martedì 26 aprile 2011

TROFEO TERME DI FONTECCHIO DOWNHILL

21 e 22 MAGGIO

IL TEAM BIKELAND VI DA APPUNTAMENTO PER IL DOWNHILL DI TERME DI FONTECCHIO

UNA CORNICE MERAVIGLIOSA, PER TRASCORRERE DUE GIORNI IMMERSI NEL VERDE TRA SPORT E DIVERTIMENTO

INFORMAZIONI LOGISTICHE A QUESTO LINK

FAVE, PECORINO E CROSS COUNTRY

Il Cross Country umbro come di consueto fa tappa a Porchiano del Monte. Per il terzo appuntamento del circuito è Sandro Chieruzzi, con i ragazzi dell'Avis di Amelia a far gli onori di casa e che onori, con tanto di fave e pocorino finali! Capacità ben ripagate da un'ottima affluenza di atleti per non parlare del pubblico, folto e caloroso. Il tracciato è stato leggermente modificato rispetto alle passate edizioni: l'attraversamento dell'asfalto che portava dall'altro lato della città è stato eliminato, concentrando l'intera competizione all'interno del fitto bosco sul quale poggia Amelia e passando poi per alcuni vicoli storici del borgo.
Curve e controcurve, strettissime e spesso in contropendenza, una miriade di strappi secchi, su un fondo gravido di sassi e radici che spuntano da ogni dove intenti a far perdere la traiettoria giusta agli atleti. Dominatore indiscusso un superlativo Milo Burzi (Team Scott Pasquini) che con guida impeccabile guadagna il primo posto davanti a Domenico Papaleo (LocoBikers) e Domenico Salviani (TeamTamborrini). La squadra corse tifernate non si è comportata timidamente neppure in questa occasione: al via Zanelli battagliava con i primi per poi portare a casa un ottimo sesto posto assoluto. Non da meno la prestazione di Cozzari e Sebastiani, rispettivamente secondo e terzo di categoria. Notevole la prova della Perugini che finalmente riesce a spuntarla contro la solita scatenata Elena Spadaccia che nelle prime due gare ha sempre dettato legge. Per Romina un secondo posto quindi, dietro all'elite Di Lorenzo. Arcaleni chiude in quanta posizione di categoria come pure Vigna reduce da dieci gustosi giorni di trasloco (n.d.r.).

venerdì 22 aprile 2011

CRISCHIA PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

Pensavamo di averlo perso, o che fosse diventato un ciclista della domenica, in realtà Crischia, dove il ch è un vezzo che le nostre nonne hanno sempre sostituito al nome Cristian, troppo internazionale e difficile da pronunciare, eccolo ritornare in off-road, con il suo inconfondibile stile! Direi decisamente migliorato rispetto a quando lo conobbi cinque anni fa. Sarà che ormai è diventato uno sportivo a tutto tondo, un runner di grande caratura, sarà che ora che s'è sposato non ha più timore di nulla...comunque vuoi o non vuoi il nostro Crischia zompa da una canaleccia all'altra come un camoscio! Non ha perso quella sua indole romantica che ti sprona ad ammirare il paesaggio, pratica che noi seri agonisti dimentichiamo troppo spesso. Restano un paio di problemini riguardo al senso dell'orientamento, molto simile a quello che contraddistingue il gentil sesso. Ogni volta che si supera un incrocio dovrete sicuramente ruotare la bici e tornare indietro "Ah no no, era quella la strada!" e poi quando scopre di aver preso la via giusta esulta come cicciolina in preda ad un orgasmo multiplo. Più spesso succede che sia Roberto a spiegargli quale strada lo stesso Crischia avrebbe avuto in mente di farci fare.

Crischia ci illustra il luogo dove vuole portarci, tutto sta a trovare la strada per arrivarci! Il Peru è perplesso!


Il Peru prende in mano la situazione e attivando il proprio radar naturale intuisce quello che aveva in mente Crischia...che è tutta un'impresa. Crischia medita sulle proprie qualità da Cicerone!

Approccio pseudo-sessuale di Crischia in veste di biker-predatore... non ci perde mai la mano. Per evitare ripercussioni legali non mostriamo la controparte visto che il soggetto è sposato!

giovedì 14 aprile 2011

FINALMENTE MIRANDA



Ho sempre pensato che la gara di Miranda fosse il fiore all'occhiello del Challenge, ma il mio rapporto con essa è sempre stato di amore ed odio: ho beccato sempre diverse delusioni qua. Credo di averla corsa quattro volte. Beh, il primo anno andavo del mio passo come si suol dire quindi niente di rilevante. La seconda volta ci credevo, solo che un assetto della bici del tutto sbagliato: ovvero una semi-slick all'anteriore che avevo montato per Lido degli estensi e per pigrizia non tolsi (la notte fece il diluvio), e la sella che era lenta e mi si impennò, mi costrinsero al terzo posto. In più vinsi un capocollo che dimenticai sul ciglio della strada. L'anno scorso ho perso nella discesa finale per venti miseri secondi mi pare. Da mangiarsi gomiti, ginocchi e piedi!


Quest'anno ho svoltato. Devo ammettere che è una settimana che dentro il cervello faccio training autogeno. E Mauro la sera prima mi domanda: "allora? Qual è la tattica?". Quanto è coglione. Ma ancora non ha capito come ragiono io? Io di tattiche non ne faccio. Ti pare che tra donne sia possibile fare tattiche? Le donne sono una specie animale a se, che se fosse legale, oltre al fast, porterebbe un pugnale per accoltellare le avversarie. Tattiche? La mia tattica mauro è partire forte e arrivare quanto prima. Detto fatto! Il timore più grande era all'inizio. Carmela ha insistito per farmi partire davanti a tutti con le altre maglie arancio. E' pur vero che andavo fiera del lavoro sartoriale fatto da mia madre il giorno prima che bestemmia in aramaico antico quando le porto ste maglie da stradino (questo arancio non dona), di tre taglie più grandi. Ha la macchina da cucire sempre infilata di arancione. Però temevo appunto che al via tutti mi salissero sopra e si fa presto a buttar la gara con una partenza controllata. Al contrario devo lodare i miei colleghi, io mi son destreggiata discretamente e loro non hanno fatto i cafoni. Un pelino cafone è stato l'atleta del team Chianciano Terme, che in maniera deliziosa mentre era appiedato nel primo single track, ha intraversato la bici e mi ha fatto saggiare due denti del suo 44. Manco di un tre centimetri di carne.


Cliccate qui solo se non siete schizzinosi e volete vedere il mio taglietto di 44 sul polpaccio.

Interessante è la bestemmia che Tasso sentirà quando controllerà la registrazione della cam in soggettiva che mi ha montato per l'occasione. Altro momento buffo è quando in un tratto di sassaia in salita perdo il controllo e faccio inchiodare quello dietro, ricordando che ero sotto osservazione, come un libro stampato gli ho detto "Ti domando veramente scusa!". Quando di solito ci si manda in chiappe ogni tre minuti. Per il resto son rimasta davvero soddisfatta, mi son comportata a dovere una volta tanto e il prosciutto che la sera mia madre affetta con grande esperienza e maestria ne è l'esempio. Un coscio di porco è un trofeo che col tempo se ne va, ma certi momenti, certi bei ricordi bisogna conservarli e con Mauro ormai riusciamo a dare un senso ad ogni piccola o grande trasferta.
Grazie ai miei sforzi Mauro può dormire sonni tranquilli. Speriamo non sogni delle porcate!


Dopo la premiazione, mentre tutti se ne andavano, noi abbiamo approfittato per goderci le cascate. Lui c'era stato da bambino, io mai. Un chinotto in mano lui e io col mio fidato calippo...solo perchè adoro farglielo ordinare alla barista...abbiamo scarpinato un altro pò, come se una gara in mtb non fosse già abbastanza. E lì, in quello spettacolo abbiamo pure attaccato bottone con un'anziana custode che ci ha regalato un pezzo della parete scavata dal passaggio dell'acqua, indurita dal deposito minerale che si crea e dalla vita che nasce e muore continuamente. Quando sono rientrata in casa con questa cosa in mano mia madre mi fa "Ah, e moh questo che è??? 'N'altra robba da trovagni el posto da qualche parte???" e io che la rimprovero per la poca romanticheria e le spiego. Un pezzo di cascata ha trovato posto sopra il mio letto, su quella mensola alquanto kitch tra gli altri trofei e medaglie e targhe vinti alle gare. E a ben vedere pare il trofeo più bello. Un solo neo, mentre leggevo la sera, in mezzo al libro mi scende giù una forfecchia ternana. Esce della roba dal pezzo di cascata, dalle targhe di vetro non esce nulla. Simbolo di una vittoria un pò più speciale di altre.



NON E' MAI TROPPO TARDI...

mercoledì 6 aprile 2011

CROSS COUNTRY SCHEGGINO




Domenica scorsa seconda tappa in quel di Scheggino per quanto riguarda l'Umbria Cross Country. Percorso veramente duro immerso nel suggestivo panorama della Valnerina con l'ottima organizzazione del team bike Spoleto. Mattatori indiscutibili sono stati Mirtelli e Pasquali, rispettivamente primo e secondo assoluto. Nel contempo il team tifernate schierava in griglia Vigna, i fratelli Perugini, Arcaleni, Sebastiani e Cozzari. Guest star il nuovo acquisto della cicli franceschini Claudio Dario, amico di molte pedalate pomeridiane.


Brillante la prestazione di Arcaleni come pure quella di Sebastiani, entrambi quarti di categoria. Ottima la rimonta finale di Romina che arriva a sei secondi dall'elite Elena Spadaccia. Per Mauro Vigna si tratta della seconda gara dopo l'infortunio e risalire la china non sembra essere impresa facile. Prossimo appuntamento a Porchiano del Monte, col bellissimo circuito studiato dalla famiglia Chieruzzi e da tutti i ragazzi dell'Avis di Amelia, che hanno promesso una piccola aggiunta al consueto tracciato. Le classifiche aggiornate su www.umbriaciclismo.it

lunedì 4 aprile 2011

CASSETTO DELLA MEMORIA


CROSS COUNTRY CHIANCIANO 2010


In rete ho scovato alcuni scatti di questa stupenda gara a circuito che proprio sabato scorso ha replicato il successo degli scorsi anni. Questa volta sono mancata, ma ricordo che lo scorso anno sputai sangue: avversarie agguerrite e un tracciato veramente tecnico.

Nella serie di scatti sotto potete notare come la sottoscritta sia impegnata nell'analisi della morfogenesi del terreno.

...poi come metto in pratica gli insegnamenti del ciclocross nello spingere il mezzo

...come studio la situazione per risalire al volo...

...per poi concludere che è meglio risalire a "trappoloni" visto che il coccige l'ho rotto l'anno prima


FORTUNA CHE CI SON QUI IO AD IMPARTIRVI LEZIONI DI TECNICA DI GUIDA!

UN VENEZIANO IN GRIGLIA... E SEI TROTE ALLA GRIGLIA

Claudio verso il GPM...e dovrai farlo 3 volte porca ciabattina!


Come convincere un goliardico ciclista Veneziano a partecipare alla sua prima gara? Semplice, basta conoscerlo e parlare la sua lingua: e così, promettergli un'ottima trota alla griglia pescata direttamente dal fiume Nera, cucinata in un locale tipico della Valnerina, è un contentino più che soddisfacente. Bisogna pur dire che il nostro nordista lo si tira con un fil di lana e quando si tratta di buona tavola, il resto passa in secondo piano.
Una domanda sorge spontanea: dovremo portare un enorme cucchiaio per raccatarne i cocci a fine competizione? Un cross country come quello di Scheggino sarà adatto alle sue caratteristiche da passista, un pò troppo dedito agli sprint improvvisati, insensati e schizofrenici? Ma come dicono emeriti filosofi o sedicenti saggi, la storia non si scrive con i se e con i ma. Niente domande retoriche, solo risposte tangibili. Che non sono tardate ad arrivare!
Ti rovini l'appetito per pranzo cavolo!


Sarà l'entusiasmo del neofita, o il fatto che il tifo era veramente d'eccellenza: quando c'è la propria donna a bordo strada e fortunatamente se sta in banchina non è per arrotondare il salario, ma per sostenere la dolce metà, le forze le si inventano. E come un Obelix nostrano, Claudio Dario, divenuto ormai il nostro becchino di fiducia ha brillantemente superato la prova. In una maniera molto poco ortodossa bisogna dirlo: si narra che dopo la prima tornata si sia fermato, abbia scartato la propria barretta con certosina pazienza, abbia ammirato le erte spioventi dell'Umbria più selvaggia e sia ripartito.

Peru l'hai visti quei maiali di cinta senese lassù in collina o ero io che avevo i morsi della fame?


Dicono abbia mandato baci alla compagna che lo incalzava, dicono che Francesco mentre lo incitava riusciva a piedi a sorpassarlo. Dicono che abbia dato un nome all'asinello che pascolava nel campo del paesino e che non abbia fatto lo stesso con un gruppo di maiali al pascolo perchè tanto è inutile far loro il battesimo visto che solitamente basta accessoriarli di garanzia di un anno! Quando è giunto al traguardo è stato accolto da due ali di folla e lui ha esultato stendendosi a terra, stramazzando al suolo e invocando un qualsiasi ristoro. Ad esultare con lui c'eravamo tutti: Sonia che deve essere davvero innamorata per aver fatto la notte in ospedale e tirato dritto insieme a noi per tutto il giorno. La Vale, alla quale Roberto appioppa immancabilmente la fotocamera. Pure Francesco che ho trascinato con me per mostrargli il fascino della Valnerina. Ovviamente i lettori più al dentro si domanderanno l'esito del duello al sole tra i due fuscelli in forza al drink team. Ebbene in un primo momento Roberto era ultimo in classifica col Veneziano al quinto posto. Poi, dopo una mia piccola visita dalla giuria, l'ordine d'arrivo è mutato: roberto e claudio rispettivamente penultimo e ultimo di categoria. Ma Claudio ci tiene a far notare che un codardo Master1 si è ritirato!
Dopo essersi strutti dal dolore per un risultato apparentemente poco appagante, i due, con la complicità del gruppo, hanno spazzolato il vassoio del pasta party.

Il Peru sdigiuna, tanto la trota a lui non piace!

Eravamo timorosi di esserci rovinati l'appetito e di non poter rendere merito alle trote alla griglia che ci attendevano al ristorante poco sotto. Ma noi siamo ospiti seri, eleganti ed educati: sei trote son morte e una bistecca ha abbandonato la propria vacca! Due bottiglie di vino hanno riempito le borracce e direi che se le competizioni le prendiamo con questo spirito non dovremmo aver troppi problemi con l'ansia da prestazione.
Respirazione bocca a bocca tra trote...però è finita male...Sonia dichiara l'ora del decesso!

Magari potrebbe venirci a tavola, ma non in bici. Dimenticavo di sottolineare che insieme a noi c'era Mauro. Lo abbiamo fatto sedere accanto al Veneziano: inizialmente temevamo che due persone tanto timide potessero difficilmente prender confidenza, ma in un attimo son diventati compagni di gioco!