venerdì 30 ottobre 2009

ERA ORA!!!

Finalmente è arrivato il mio veleno miracoloso alla farmacia ospedaliera. Questo simpatico farmaco vi costa cari i miei colleghi e italiani tutti, circa 300 euro ad iniezione. E grazie al servizio sanitario io mi faccio a vostre spese. Quattro belle dosi che bruciano più del tabasco scevero. E incrociando le dita speriamo che funzioni perchè se non fa il suo dovere questa faccenda qua, non si sa più a quale santo votarsi! Humira aiutaci tu!





Su consiglio di un caro amico ciclista ho deciso di chiarire un punto ben preciso, che magari potrebbe sfuggire se la situazione non viene analizzata con un filo di ironia. Ovviamente Humira non significa doping, niente a che vedere. Per chi fosse interessato qui di seguito vi spiego brevemente di cosa si tratta e di quanto sia veramente innovativo questo tipo di farmaco.
----- HUMIRA (R) (adalimumab) è stato il primo anticorpo monoclonale completamente umano ad essere approvato per la cura di diverse malattie come l'artrite reumatoide, la spondilite anchilosante e nel mio caso il morbo di crohn da moderatamente grave a grave, e che aveva presentato un risposta non adeguata alle terapie convenzionali, e per la riduzione dei segni e della sintomatologia e per indurre e mantenere una maggiore remittenza clinica in questi pazienti, se non rispondono più o sono diventati intolleranti a infliximab. . HUMIRA è molto simile agli anticorpi normalmente presenti nel corpo umano e agisce bloccando in modo specifico il fattore alfa (TNF-alpha) di necrosi, una proteina, che se prodotta in quantità eccessiva, gioca un ruolo centrale nelle infiammazioni associate con le malattie autoimmuni. HUMIRA è un biologico completamente umano per autosomministrazione, e al momento ci sono 190.000 pazienti in cura in tutto il mondo.

lunedì 26 ottobre 2009

GALLERIA CENA UMBRIA CHALLENGE 2009

Torno di nuovo a voi con un sintetico resoconto di quel che è stata la premiazione dell'Umbria Challenge, durante la quale ci siamo gustati la famosa cena non troppo originale, dove le mie previsioni sono risultate esatte tranne che per il risotto, al barolo e non ai funghi. Per il resto non ho sbagliato di una virgola. E il famoso trofeo è rimasto tale e quale agli anni scorsi...squadra che vince...! Con tutti questi vetri spessi che ho sopra il camino ci posso fare le finestre insonorizzate per tutta la casa. A seguire un colorito album fotografico della serata.


VETRO A RENDERE


Qualcosa mi dice che i fratelli Cellini abbiano una vetreria

Io glielo dico sempre "Mauro, sei troppo serioso". In questo momento sta salutando Chieruzzi

Mauro si alza discretamente per ritirare il premio!


La Salvina ha compreso il senso della vita: sempre tra i pezzi grossi!


Gustiamocelo quast'anno che chissà quando ricapita!


Mauro mostra con grande discrezione il proprio premio all'amico-nemico Sandro! Da notare la moglie di chieruzzi che si infila gli occhiali per vederci meglio. Chissà cosa sta mirando però!

Grande successo di Ale al suo primo Challenge. Quinto di categoria. Questi geometri ne capiscono di terreni!

Che dire?! Le meglio fighe del bigonzo. Queste sì che sono cicliste vere.

La Franci che sorride a Vigna. Questo sì che è un successo strepitoso. La gloria termina qui però!

Eh vabbè... damogni pure i cioccolatini che c'ha bisogno! Per fortuna era un fermacarte!

Le giudici chiedono l'autografo a Battistelli. Ormai Mauro quest'uomo ti sta sorpassando in tutto!

Il Tasso predatore sta agguantando gli attrezzi del mestiere.

Frex oltre a far bene le foto sa dare il meglio pure in altre attività. Francesco tu continua a tifare per me come fa il papà!!!

Fugace cambio di sponda. Mauro come non lo avete mai visto: MauroBisex... forse viaggiava con Marrazzo.

La mia ospite d'onore. Forse si è annoiata ma per me è stato un regalo bellissimo


"Parleranno di biciclette fino a mezzanotte?"... sì cara Claudia!

venerdì 23 ottobre 2009

CHIARIMENTO

Domani inizia il top cross a SPOLETO. Non è che solo per il fatto che non rimetto mano alla bici da ciclocross da millenni, che è una settimana che non poso le chiappe sulla mtb, che per far risalire ferro ed emoglobina ci vorrebbero dei tralicci in ferro, a qualcuno possa venire in mente che domani non corro. Oddio, forse non correrò, molto più probabilmente andrò a passeggio e mi godrò il paesaggio, ma l'unica eventualità di vedermi giù dalla bici è quella riportata graziosamente poco sotto. E sento giù il fruscio di una principesca mano che va cercando i gioielli di famiglia. Ad averli una aggiustatina gliela darei pure io!

L'OREFICE STA IMPAZZENDO: QUESTO VETRO NON S'HA DA FARE

LA VERA INCOGNITA DELLA SERATA SARA': COME CAVOLO LO RIVOLTERANNO IL FAMOSO PEZZO DI VETRO QUESTA VOLTA?Sono solo tre anni e qualcosa che vado in bici e diverse volte ho visto maneggiare questo trofeo, tanto che campeggia sulla mensola del mio camino in tutte le versioni sopra riportate. Ormai bisogna dirlo, questo simpatico pezzo di diossido di silicio, l'orefice a cui viene ordinato, non sa più per che verso proporlo! Quindi sappiate che il clou della classica cena che alla fine di ogni UmbriaChallenge si tiene al CVA di San Martino in Colle...o in Campo che non mi ricordo mai, sarà scoprire cosa si è studiata la federazione questa volta per premiare i suoi straordinari campioni. Se l'angolo vetreria rappresenta sempre una dolce sorpresa, bisogna dire, ad onor del vero che il menù della cena difficilmente finisce per lasciar stupefatti i commensali. Per quanto mi riguarda due cene ho fatto e per due anni il menù comprendeva: antipasto con un paio di crostini, affettati misti, frittatina, sformatino e insalatina di rucola e brasola. Primo piatto: risotto ai funghi, seguito da tagliatelle con qualche sugo rosso. Poi roastbeef, verdure grigliate o saltate, insalata e patate fritte. Il dolce non me lo ricordo. Cmq ce lo racconteremo domani. Stasera il bikeland porterà una rappresentanza alquanto varia seppur risicata, ove ogni generazione e tipologia di atleta daranno un'idea dell'organico del nostro Team. Ci sarà il vecchio, Vigna (oddio se si offende), poi il nuovo, Nottolic (per il primo anno con noi), la donna, che sarei io e poi l'anti-sport, ovvero mia madre. E' stata dura convincere una gran brava fumatrice e ottima forchetta partecipare ad una convention di cotanti atleti, ma alla fine ha ceduto: "mi farebbe tanto piacere" le ho detto. Non ha resistito all'occhio languido.
Sappiate carissimi colleghi che ancora brancolo in alto mare, in acque molto agitate e profonde per quanto riguarda la salute, attendo i responsi di tanti esami e analisi fatti in innumerevoli giorni passati fuori e dentro gli ospedali, ma che appena partirò con la cura miracolosa (che non esiste), saranno volatili per diabetici. Ovvero cazzi amari per tutti e non so se mi spiego, come disse il paracadute...e da qui si comprende che sarebbe molto meglio andar in bici a rinfrescare il cervello che sta prendendo muffa!

domenica 18 ottobre 2009

DIARIO OSPEDALIERO SEMISERIO: QUARTO E ULTIMO GIORNO






Giorno 4
Le notti in ospedale dicono siano tutte uguali: solitamente noiose. Esistono le eccezioni. Capita che un frastuono immenso rompa il silenzio portandosi dietro un rumore metallico che rimbomba per tutto il corridoio. Tanti occhi curiosi sbucano dalle camere. Anche la mia testa fa capolino. Un pezzo di soffitto è crollato portandosi dietro un metro di neon che ci stava attaccato. Il medico che era passato lì sotto tre secondi prima deve esser corso a cambiarsi le mutande e di seguito aver fatto un pellegrinaggio a Santiago de Compostela rendendo grazie per la provvidenziale salvezza. Di rimando succede, oltre al trambusto di telefoni che squillano e tecnici che vanno interpellati, che gli infermieri tutti si incazzano come delle bisce, minacciando di scioperare a causa delle mancate norme di sicurezza. Mentre questi moderni luddisti si adoperano in manovre sindacali, i campanelli delle camere suonano come ogni notte ma le padelle vanno molto a rilento. Il risultato è sgradevole per tutti, soprattutto per me che in camera ho la mia vecchietta scacazzante pazza che continua ad espellere la sua cena indo-cinese ogni due o tre ore e un fetore immondo mi impedisce di chiudere almeno mezzo occhio. Oltre alla bega del soffitto si aggiunge un ricovero d’urgenza. Un tizio affetto da epatotossicità grave ci ninna per tutta la notte. In questa fase della malattia il degente inizia a sbarellare di brutto poiché le tossine arrivano al cervello: diventa la sagra dell’imprecazione e della bestemmia. Della serie “Ma come caxxo me lo hai messo quest’ago brutto imbecille culaxx…” e così via. Non è uno scherzo, diventano dei cani sciolti. La mattina, mentre attendo la chiamata per il mio esame ho modo di parlare col dottore e l’infermiera. Parlano di dimettermi lunedì. Pazzi. Mi adopero dunque nell’inscenare una simpatica commedia inventando che ho la nonna in fin di vita all’ospedale. Cosa vera a metà visto che è tornata ieri a casa dall’ospedale, ma viva e vegeta. Comunque se la bevono, complice qualche lacrimuccia gratuita e mi promettono di fare il possibile. Dopo un po’ torna l’infermiera che senza tanti parole sul di più mi infila un aghetto in un braccio. “Questo è il test della Mantù, fallo controllare tra 72 ore!”. E io rispondo “Ok, allora tanto ci siamo vogliamo controllare questo sul braccio sinistro che mi hanno fatto ieri?” e lei resta di merda “Ah, te l’avevano già fatto!”. Benissimo, sappiate che se ho un doppio negativo alla mantù la tubercolosi non ce l’ho al mille per mille. Che matti! Vado a fare la mia bella endoscopia. In sala domando subito “Chi è l’addetto al doping? Tu? Bene, drogami pesante, è un ricordo che non voglio serbare!”. Riapro gli occhi e in effetti qua di robba bona ne hanno. Buio totale. Risultato: come mi aspettavo: colon edematoso, ulcerato, iperemico con ulcerazioni aftoidi, alcune profonde (che culo) e sub stenosi del sigma(ancor più culo). Ma ribadisco, è il mio colon e io e lui ci conosciamo da una vita: ci fa di comportarsi così. Però il doc mi ridà il sorriso quando parla di dimettermi subito nel pomeriggio. I fuochi d’artificio dentro il cervello. Rientro in camera, c’è mia madre, l’avverto della dimissione, le domando cinque biscotti, son due giorni che non mangio. Mangio, mi vesto. Prendo la lettera di dimissioni e ciao a tutti. In macchina i biscotti si ripropongono, cerco di ignorarli e dormo per tutto il tragitto.
Torno in casa, i biscotti finiscono nel water. Però sono a casa. C'è già il mio micione che mi aspetta sul divano. Per ora non abbiamo risolto un bel niente, aspetto di far la risonanza, incrociando le dita che tutta vada bene (ma non ci speriamo troppo), e se va bene si va di megapunturone sulla pancia con un attrezzo tutto moderno con una droghina dentro che ti passano solo alla farmacia ospedaliera e che dice che poi fa andare più forte di Armstrong (no, l’ultima parte non è vera…

sabato 17 ottobre 2009

DIARIO OSPEDALIERO SEMISERIO: SECONDO E TERZO GIORNO



Giorno 2
Dopo la fugace comparsa di dracula, davvero mattiniero, passa neanche un’ora che arriva la colazione. Allora gli faccio “Mah che è tutta sta fretta? Dobbiamo andar a cogliere il tabacco?”. In realtà volevo domandar loro “Ma che la girata in mtb l’ha organizzata Flavioschi? Che se non si parte prima che spunti il sole gli sembra d’esser uno sciabordo?!”. Ma qua dentro spazio per le due ruote ce n’è poco. Caffè d’orzo non malaccio e due fette biscottate. Bagno, doccia, denti e son solo le 8.20. E per ora promettono di rimandarmi lunedì. Ora inizio a fargli la lagna sennò finisce che provo il tuffo raggruppato con carpiatura pure se sono al secondo piano. Per ammazzare il tempo ci si riduce pure a giocare al solitario di windows xp. Il gioco di boxe della psp l’ho finito almeno tre volte. Purtroppo la settimana enigmistica ormai ha fatto il suo tempo: le facilitate son fatte, i puntini neri uniti, quelli coi numeri pure, con gli schemi liberi mi sono arenata alla grande e le concentriche questa settimana non si risolvono manco con wikipedia sotto mano. L’hobby fisso è quello di aggiornare in continuo le connessioni di rete, sperando che passi uno sprovveduto da cui io possa succhiare linfa vitale per agganciarmi ad internet. Ma sprovveduti in vista non ce ne sono più. Oddio, uno ce ne sarebbe: si chiama Maurone e mi avverte della visita serale. “Ti porto i cioccolatini e la mia chiavetta per la connessione”. Regalare cioccolatini a chi è ricoverato in gastro sarebbe come offrire eroina ad un tossico. Meglio che mi porti qualche libro va! Quel matto porta pure la chiavetta, ma sapendo che ha la tariffa ad ore declino il bel gesto. Qua dentro con questa noia se mi attacco ad internet poi non mi stacco più. Finirei per fargli ipotecare la casa. Nel pomeriggio spezzo la monotonia con un paio di visite che vanno molto meglio del previsto e la cosa più divertente è che mi faccio tutto l’ospedale in lungo e in largo seduta in carrozzella. Mai successo di andare sulle ruote senza faticare. Rientrare nella camerata poi non è un granchè, aleggia una puzza immonda visto che c’è una simpatica vecchietta che ogni tre ore sforna dentro il suo fidato pannolone dei pacchetti all’aroma di fogna che pare abbia mangiato dal messicano per un anno intero. Mi fa visita Permaz, al quale ho domandato di portarmi qualche film per il portatile. E’ il solito megalomane, si è tirato dietro l’hard disk e così iniziamo delle manovre di trasferimento che se passa la finanza mette dentro me e fa chiudere l’ospedale con tutta sta roba pirata. In serata arriva mia madre. Lei mi porta la coca cola. Le ho domandato quella Zero ovviamente e lei ha archiviato una busta con le bottigliette e sopra un post it, con qu
esta scritta “Coca Litg”.
Quanto è internazionale. La sera sono arrivata fino alle una prima con i libri di Mauro che ti fanno capire perché lui ha un cervello così incomprensibilmente disumano e poi con un bel divx di contrabbando! Dormo con accanto un armamentario tecnologico del valore di 1000 euro tra tutto. Se passano i ladri resto in mutande.
Giorno 3
Anche stamattina sono passati quelli dell’Avis, oggi solo tre provette. Però son simpatici, ti sbattono sul muso alle sei di mattina dei fasci di luce che pare arrivino gli ufo. Che delizioso risveglio. Pure il test di gravidanza mi hanno fatto. Che malfidati. Tranquilli cari colleghi, per ora niente progenie dall’inferno. Poi doccia fredda come al solito, orzo non male ma non c’è storia col cappuccino della donella de sorca e via con altre visite in qua e in la per i reparti di questa fortezza del malato dove sinceramente mi par d’essere quella che sta meglio di tutti. Il giorno Tre lo chiudo qui, proseguirà con un lunghissimo tempo dedicato al digiuno totale, seguito da purga severa poiché domani devo presentarmi dal regista per il ciak si gira: mi tocca la parte principale nel cast del film “Coloscopia”, un genere sempre più in voga, ma unica tipologia peggiore dei cinepanettoni di De Sica.

mercoledì 14 ottobre 2009

DIARIO OSPEDALIERO SEMISERIO: E’ TEMPO DI FARE IL TAGLIANDO!!!

Non si tratta di una nuova rubrica carissimi lettori, è solo un modo alquanto eloquente per farvi comprendere la mia assenza in rete e ahimè pure dalla bici. PER POCO!!!
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Sono un paio di mesi che la tiravo in lunga, che alla fine qualcuno avrà pur pensato alle solite scuse da ciclista, ma quelle belle gambe che durante agosto avevano trovato il picco di forma, repentinamente si sono sgonfiate come i palloncini che regalano al mcdonald. Un vecchio amico che mi porto dietro da quando ho 16 anni e che si chiama morbo di crohn ha raso al suolo i miei globuli bianchi e fatto strage di quell’ematocrito che è già tutta grazia ricevuta se riesco a farlo arrivare a 35. Alla faccia di tutti gli EpoDipendenti. Le ultime gare fatte a gattoni erano più che un campanello d’allarme, erano il clacson del gelataio. Ce l’ho messa tutta per far finta di nulla, con Mauro che mi guardava con occhio bieco e mi ripeteva “curati”. Alla fine ho dovuto svestire la corazza in carbonio superleggero che pensavo mi salvasse dalla vista davvero poco gradita di camici bianchi qualsiasi. Ho aspettato un annetto e mezzo prima di tornare dal mio medico, che stranamente si ricordava ancora di me, e gli ho detto “Dottore, io faccio come quelli che fanno la spesa grossa il sabato. Accumulo un po’ di malanni e vengo col pacchetto completo per fare un discreto tagliando e magari trovare la droga buona che mi rimetta in pista.” E di rimando me l’ha subito tolta lui la sete col prosciutto, visto che noi ciclisti di norcineria siamo esperti. Lunedì mi ha promesso un bel ricovero e martedì pomeriggio ecco che il reparto di gastro di Arezzo mi invita gentilmente a recarmi presso il loro albergo: un letto ti aspetta. E io che avevo appena staccato dal lavoro e stavo facendo un pensierino su un debole tentativo di fare un giro in mtb. Prepara la borsa e via verso lidi peggiori, con un muso lungo in auto che mia madre poveretta ha provato a sfiorarmi la mano e ci mancava poco che la perdeva.
Giorno 1Arrivo tutta baldanzosa in reparto. Peccato sia solo al secondo piano, buttarsi di sotto sarebbe inutile. Mi presento al bastardo che mi ha rovinato il pomeriggio invitandomi al ricovero e lui mi offre un letto con veduta del parcheggio interno dell’ospedale. Altro che Ritz. Comodino girevole, bagno in camera con padella e pappagallo e niente carta igienica. Che mia madre mentre facevo la valigia mi fa “Tieni, prendi un rotolo che non si sa mai” e io “Mamma, ma vuoi che non ci passano la carta? Siamo in toscana, son ricchi!”. Comunque la carta la prendo e devo dire due cose: la mamma va sempre ascoltata e in più la carta la passano, solo che si dimenticano di rimetterla. Ma che vuoi aspettarti da una regione dove i giudici uisp non sanno manco contare i giri di un cross country? Nel frattempo, mentre indosso il mio pigiamino d’ordinanza, che qualche paperella e orsetto qua e là ce l’ha disegnato, mi piange il cuore pensando che a casa dormo con la maglia gialla del master cross. Qui non potrebbero capirmi, anche perché la media d’età è di 75 anni. In camera ci sono due simpatiche vecchiette e come è piccolo il mondo, una signora che abita a non pochi chilometri da casa mia. Ovviamente mia madre coglie subito l’occasione per raccontarle tutti i cazzi miei. Che di sicuro lei non riporterà a nessun altro. Viene l’infermiere per l’accettazione. Solite domande, pure la religione praticata. Risposta mia molto afficata “quella che funziona” e poi visto che il sanitario non è afficato quanto me chiudo con un semplice “atea”. Poi mi chiede del tipo di dieta e io rispondo “beh, correndo in bici ci sto molto attenta quindi…” e lui “ah, ciclista? Allora una vita di merda”. In effetti come dargli torto? Con l’insalata mista del pranzo nello stomaco ecco arrivare baldanzoso il carrello della cena. Sono le 18.15. Che è merenda? No, però conviene mangiare che va a capire qua quando ricapita. Non c’è rischio, peccati di gola non se ne fanno. Bramo i fagioli con le cotiche in pieno giugno che servono a Miranda. Per quanto uno mangi piano, passare quelle ore infinite che ti facciano arrivare al giorno non è roba da principianti. Bisogna palleggiarsi la Psp, il cellulare, gli mp3, le puntate dei Simpson che ho sul netbook e il libro che son tre mesi che avevo accantonato. Il libro me lo son giocato perché mi han fatto subito spegnere le luci. Sono andata alla grande col gioco di boxe della psp: menavo quei neroni pensando alle mie avversarie. Ora sono prima in classifica nei pesi Welter. Un ottimo passatempo me lo hanno offerto pure le mie giovanissime compagne di stanza: metti la coperta, togli la coperta, passami il bicchiere, trovami l’asciugamani, dammi la scatolina della dentiera… Poi tutte si sono addormentate. Io mi son trastullata fino alle una di notte con un documentario bellissimo “Pepsi Vs Cola”. Poi fino alle 2 ho sparecchiato tutto il letto girandomi dal nervoso. Poi alle 6 di mattina è arrivato dracula che mi ha portato via due litri di sangue. Altro che antidoping!!!


Se questa non è una faccia un pelino irritata provate voi a fare di meglio!


lunedì 5 ottobre 2009

SI GIRA!!! ...e di nuovo CICLOCROSS

GRANDE DEBUTTO A CHIASERNA PER IL NUOVO PORTACOLORI DEL BIKELAND
MAURO COZZARI SECONDO ASSOLUTO E PRIMO DI CATEGORIA


Prima gara di ciclocross senza neppure una mezza pausa per rendersi conto che la stagione in mtb è praticamente finita. Queste cose fanno male alla salute, ma per chi si vuol male "venghino signori venghino"! Se prepararsi al ciclocross significa lavare la bici che era zozza da gennaio scorso e cercare la sella nascosta tra le cianfrusaglie sopra il bancone del garage, allora io ieri ero proprio pronta. Come pure Roberto. Nemmeno mezzo chilometro per provare la cara vecchia Ridley. Eppure il nostro pezzo d'artiglieria pesante ha fatto il suo sporco lavoro. Abbiamo corso a Chiaserna, ad un'ora di strada circa da Castello. Bei posti che ci sono nelle MArche. E ottima l'organizzazione Udace, che sarà perchè hanno da pagar meno tasse, però premiano di più e hanno i giudici molto più vispi, che incredibilmente son pure capaci di contare i giri che fanno gli atleti. Non crediate di dar la cosa per scontata, è tutto grasso che cola.
Ormai posso confermarlo in via ufficiale: MAURO COZZARI è dei nostri. Dopo tanto penare gli abbiamo trovato pure i pantaloncini. Posso solo immaginare che prove costume a luci rosse dentro il garage del Postino. E con la nuova divisa è partito come un fulmine ed è arrivato come un razzo. Secondo assoluto. A pochissimi secondi dal primo, che povero lui si è beccato un cavallo come primo premio. Anzi, poveretto il cavallo, visto che è destinato al mattatoio. Grande prova pure per Paolo, come dice mia madre "quello dei fiori", che in realtà sarebbe il lavoro che fa la moglie, lui guida gli autobus. Se non fosse stato per un problema col tubolare a fine corsa, poteva sfiorare il terzo o quarto posto di categoria. Mauro, la nostra garanzia, è giunto quinto, ma pure lui deve prenderci un attimo il via, dateci un paio di settimane e con le notturne lì al ciclodromo le gambe riprenderanno a girare come si deve. Una new entry più che gradita è quella di Carlo Arcaleni, che è partito con la sua mountain bike, ma ha già prenotato la bici a negozio. Ci ha preso gusto subito al primo giro e per citare mauro "ha proprio la faccia da crossista!". Roberto, venuto a correre esclusivamente perchè lo ha promesso alla sottoscritta, deve solo ringraziarmi: grazie al mio convincimento non solo ha fatto una buona gara, ma è pure finito a premio, settimo di categoria. Io son giunta terza e non mi lamento, conoscevo i primi due crostini e sapevo che poco avrei potuto contro di loro. Unica soddisfazione è sapere che la signorina che ieri ha vinto, in mtb riceve delle belle suonate dalla sottoscritta. Infatti ieri vedendomi in partenza era timorosa. Poi ha visto che faccio abbastanza pena e si è gasata. Sul podio ha dato pure la mano. Però a Gualdo quando l'ho fregata la mano non me l'ha data. Chissà. Misteri femminili. Comunque che vergogna, solo le donne schierano questi pezzi!

DI SEGUITO REPERTORIO FOTOGRAFICO