domenica 25 gennaio 2009

LA MANO DEL SIGNORE SCENDE SU DI NOI


In questo spazio ludico-sportivo-ricreativo semiserio che spesso assume toni grotteschi è il caso oggi di scomodare persino i morti. Non è colpa mia se riesumiamo dalla tomba il povero La Palice, ma quando ci vuole ci vuole e giudicate voi se la frase che sto per riportare non è lapalissiana: - AI RADUNI CI SE ARDUNA - . L'autore di un motto così alto, il fenomenale pensatore avanguardistico dalla parlantina spedita è ciclista di rara grandezza. Pedalava quando voi ancora la facevate nel vasino, solcava strade e segnava sentieri di bosco quando voi ancora tentavate di strappar via le boccole del lego usando i denti...che poi le ciancicavate tutte e finivano nella scompezza. Questo luminare della letteratura italiana che conosce più strade del vostro Garmin è Flavio Cecchetti. E parola sua "AI RADUNI CI SE ARDUNA". E fin qui non ci piove e non ci bufa. Questa perla è solo un veloce flash di quanto è accaduto qualche sera fa nella casa del signore. Per meglio dire nella casa dentro la casa del signore visto che eravamo a veglia dal prete. Don Fabio, il protettore delle anime di Promano, ha dovuto aprir la porta ad un quintetto di ospiti davvero caratteristici. Io per prima avevo qualche riserva nel partecipare a questa surreale riunione decisa in vista della Strapitocca di febbraio. A pasqua dell'anno scorso incontrai il prete che voleva darmi la benedizione dentro ad un supermercato, risposta mia "No grazie, ho smesso!". Sintetiziamo dicendo che la fede non è il mio forte. Neppure di Roberto visto che le sue ultime frequentazioni cattoliche risalgono agli anni dell'adolescenza, quando cantava nel coro della chiesa (muoveva la bocca), solo per guardare culi e tette delle coriste. Flavio non mi è parso proprio un chierichetto, ma su di lui non vorrei sbilanciarmi. L'unico meritevole della misericordia divina l'altra sera era XXXXX, assiduo frequentatore dei luoghi di culto. E lo credo bene, visto che ormai la famiglia si allarga e con l'economia che va a rotoli è bene farsi amicizie altolocate. A chiudere il BikelandFive in visita dal Donfi come lo chiamano da queste parti, c'era la copia carbone del lupo di San Francesco. Direi che la metafora ci capita a fagiuolo visto che proprio di lupo trattasi. Il Donfi ha accolto Giorgino con la stessa lungimiranza con cui il buon pastore scalpita nel cercare la sua pecorella smarrita. Un figliol prodigo di ritorno va festeggiato alla grande. Sul tavolo c'erano pistacchi, cioccolatini, limoncello, wiskhy. Di tutto. E non a caso il prete si è dimostrato per tutta la sera un gran politicante oltre che uomo di culto. Così ha preso Giorgino per la gola e non è una novità che il Baffetticus lo si tiri con un fil di lana. Ma neanche Roberto si è mostrato troppo vergognoso. Gli hanno spolverato mezzo chilo di pistacchi. Qualche buon bicchiere di cochina perchè dopo un pò tutto quel sale allappa e non hanno storto il naso quando il Donfi ha calato l'asso: vassoio di paste fresche di pasticceria. Nonostante tutto questo magna magna il Giorgino non si è fatto comprare. Lui conosce bene i subdoli raggiri della chiesa e non ha mancato di rammentare all'oste di turno quanti mali la chiesa abbia perpetrato contro la società. Poi giù con un altro pò di pistacchi e giù a ricordargli che lui tanto religioso non è. Ma il Donfi non si arrende. Sferra attacchi da ogni lato. Nelle fasce laterali trova me e non mi molla, mi appioppa una decina di cioccolatini e il vin santo. Dall'altro lato sfionda giù un'altra pasta a Flavio. Ma il suo obiettivo è uno soltanto, riprendersi la sua pecorella smarrita. Da una tasca magica, simile a quella di Doraemon, tira fuori un artefatto di colore verde, un cartoncino magico, ne distribuisce uno a ciascuno. Posso giurare che quando lo ha posato nella mano di Giorgio piccole scintille di fuoco hanno accompagnato l'attrito dei polpastrelli con la carta. Il Donfi ci fa dono della PREGHIERA DEL CICLISTA. E' un colpo basso. L'uomo che "datemi una doppia e non solo vi solleverò il mondo, ma ci scalerò il Monte Acuto", l'uomo che se gli scappa la pipì durante una gara se la fa addosso senza pensarci un attimo, l'uomo che chiude ogni girata con un bel prosecchino...beh, il Giorgino nazionale finisce al tappeto sotto i duri colpi infertigli dal Donfi. E chiude il duro scontro ammettendo "Questa preghierina bisogna che l'attacco sopra il manubrio, così quando vado in salita me la leggo e mi drogo con quella".
Vi domanderete se oltre a mangiare abbiamo parlato della Strapitocca. Penserete che vi dica una balla, ma qualche appunto lo abbiamo preso. La cosa più importante è che se venite in tanti l'anno prossimo il Donfi ci organizza la gara e poi dovete esserci per forza altrimenti per voi niente preghierina del ciclista.

ANALIZZIAMO ALCUNI PASSI DELLA "PREGHIERA DEL CICLISTA"

"Signore fai che io sappia condividere le vittorie e le sconfitte con i miei compagni di squadra" - Che vuol dire "basta cercar le scuse quando perdete e a non condividere i prosciutti che vincete" -

"Insegnami a non gareggiare solo per me stesso" - Non è che gareggio per quelli che mentre me scappono gli occhi de fori stanno al bar a bè -

"Aiutami a vincere le sfide che sarò chiamato ad affrontare" - qui io aggiungerei "e passami anche un pò di quella robbina bona che non è giusto che la dai solo ad alcuni come pieroni e a me niente -

sabato 24 gennaio 2009

OH CAPITANO MIO CAPITANO!!!

Il nostro capitano è già in Belgio. Lo attende una giornata intensa: c'è chi il sabato va a cena fuori con gli amici, chi va in discoteca, chi va a ballare il liscio. Pochi possono dire di andar a disputare un mondiale. Non che Matteo fosse rinomato quale discotecaro di gran fama, ma il mondiale è una novità pure per lui. E chissà che combriccola di simpaticoni gli staranno attorno. Degli avversari c'è poco da dire, con nemico non bisogna fraternizzare ovvio. Eppure buon sangue non scorre neppure all'interno della stessa squadra azzurra visto che il compagno di categoria Mirtelli non è che abbia mai invitato Matteo a cena fuori. Sabato scorso a Terni ha voluto sottolineare per l'ennesima volta chi è che comanda. Volete vedere che finisce che questi due hanno la stanza d'albergo in comune e gli tocca dormire insieme sul letto matrimoniale. Temo ne resterebbero giusto gli scheletri. Ansiosi di sapere di più riguardo alle prime impressioni del nostro capitano, per ora vi proponiamo un breve vademecum linguistico che un paio di giorni fa abbiamo passato a Matteo. Ormai è diventato un uomo di mondo, il capodanno a Londra lo ha costretto ad imparare l'inglese, la gara in Veneto ad imparare la strana lingua di lassù, per non parlare del cross di Roseto degli Abruzzi, che lo hanno visto intento nel digerire l'italiano un sacco alternativo dei BigEarth (traducetelo voi, io terroni non lo dico).
Dunque in Belgio dovrebbero parlare francese per la maggior parte. Ecco alcune frasi e modi di dire che il nostro capitano potrebbe trovar utile conoscere. Li trascriveremo direttamente con la pronuncia, tanto la grammatica non è affare da crossisti.

-Le jiamb il me jir pà (Non mi girano le gambe) - Classica scusa che il buon ciclista non trascura mai

-Je pas a druà (Passo a destra) - Nel ciclocross si lavora di prepotenza e solitamente tale frase è accompagnata da una gomitata all'avversario di modo che il passaggio venga facilitato

-Le classman se fo', me vu set andicappat pur qua! (La classfica è sbagliata) - L'errore, al di là della nazionalità dei giudici, è sempre in agguato, tanto che diviene utile protestare a priori, anche prima di aver controllato

-Merd (Merda) - In francese la bestemmia non è molto usata, quindi quando si buca o la bici si rompe in quei momenti topici quando tutto sembra andar a gonfie vele, si può imprecare usando questo sfruttatissimo modo di dire francese. Se poprio si sente il bisogno di rifugiarsi nel moccolo non c'è traduzione che sia fedele al significato originale. E' consigliabile farlo in lingua madre.

-Se nuì je avè scacazzat come un porc (Questa notte ho avuto la diarrea) - altra scusa che il buon ciclista non dimentica mai di sfoderare

Per il resto imbocca al lupo al nostro capitano!!!

lunedì 19 gennaio 2009

MEA CULPA

Ma voi lo sapevate che i mondiali di cross per le categorie amatoriali si tengono in Belgio presso Mol rispetto ai mondiali elite che saranno in Olanda? Beh, per chi non ne fosse al corrente ora lo sa. Io l'ho scoperto giusto oggi, collezionando una ricca figura di ............ visto il post precedente dove sbeffeggio il nostro fortissimo ed elegantissimo capitano che mi ha risposto con grande signorilità.

domenica 18 gennaio 2009

MAURO AL FREDDO E AL GELO




Dai campionati di Modena direttamente per noi Mauro Vigna che pidocchiosamente ha copiato e incollato e non comperato le foto di gara.

IL NOSTRO CAPITANO FORTE E CONFUSO

Come ormai tutti saprete il nostro valoroso capitano Matteo Donati è stato convocato dall'altissimo e potente CT Fausto Scotti a disputare i mondiali di ciclocross.
Ora non sappiamo bene se il CT stesso abbia telefonato a Matteo e gli abbia comunicato perfino dove questa importantissima gara si svolgerà, fatto sta che da una settimana a questa parte è nato un discreto equivoco. Inziano a volare veline, messaggini, passaparola, rumors ovunque riguardo al grande impegno che toccherà a Matteo. Eppure questa fantastica notizia riporta costantemente un errore di base. Prima di giungere al dunque ecco alcuni esempi dei messaggi via telefonino e su facebook che in un gioco di botta e risposta hanno visto protagonista il capitano e gli amici in genere.

Da Facebook:
Matteo E' STRACONTENTO PERCHE' E' STATO CONVOCATO IN NAZIONALE PER I MONDIALI IN BELGIO!!!!!


risposte varie:
- Wow! Dovremo a Campione? Congratulazioni!- [la ragazza che lo ha scritto è straniera, la perdoniamo per un futuro anteriore di certo non fresco di accademia della Crusca]

-Congratulazioni! :-) Gonna battere tutti in Belgio! Forza Matteo! kiss Baci -[Qui si capisce, ma l'accademia rabbrividisce lo stesso...Gonna non è un indumento, intendiamoci]

- complimenti !!!!! ti stimo fratello - [Andreani fa molto figlio dei fiori, ma per uno che vive sul Tezio...]

- ebè...stà CURATO!!!!..grande MAtte....complimentoni!!!! [Fiorucci ha dato la risposta migliore]

- Matte occhio che li analizzano!!non c'hanno le cartine tornasole come quì!!!!...per me sono le mie borracce fotoniche!!!sei un grande!!! [Fiorucci colpisce ancora]

- mi raccomando in belgio fa freddo e corrono forte ... melà 'nnè come mequà!!! [Giogli fa tanto Castelano puro].

Ma alla fin fine, l'avete capito dove sta la magagna? Prima di svelarvelo vi racconto ulteriormente che durante l'intervista a Retesole ieri Matteo ha ribadito la sua partecipazione ai mondiali in Belgio.
Ed eccoci, vi sveliamo l'arcano: la verità è che se Matteo dovesse prendere il 31 gennaio e partire per i mondiali in belgio tutto solo, beh, rimarrebbe tutto solo visto che non troverebbe alcun campione nazionale contro cui scontrarsi. Per un semplice fatto: i mondiali si terranno in OLANDA. Non so bene se questa impasse riguardi solo Matteo, o anche tutta la squadra italiana creda che i mondiali si terrano in belgio. Se è così, e se siete culo e camicia con gli azzurri, qualcuno avverta l'autista del pullman che li porterà a correre, anzi, inserite direttamente le coordinate sul TomTom altrimenti ci facciamo riconoscere all'estero come al solito!!!

SCATTI DA TERNI

CULTURA E CICLISMO: PROVERBIO DEL GIORNO

TORNARE A CASA CON LE PIVE NEL SACCO

Trattasi di forma proverbiale che significa
«tornare con delusione e umiliazione per non aver ottenuto ciò che si voleva»
.
Il termine pive è una designazione generica per vari strumenti musicali come il piffero e la cornamusa.
Il detto deriverebbe dall'antica usanza militare ancora diffusa di suonare la cornamusa durante le marce di trionfo dopo una vittoria. In caso di sconfitta l'esercito si ritirava invece in silenzio, senza suonare gli strumenti musicali che rimanevano chiusi negli zaini dei soldati (nel sacco).
Prima della GARA A TERNI di ieri, il nostro carissimo amico Sergio ha dichiarato guerra non solo agli avversari della propria categoria, bensì a tutti i partecipanti alla competizione, perfino agli neo-atleti del minicross. Purtroppo i suoi sogni di gloria non si sono avverati.

ECCO SERGIO INTENTO NELL'ULTIMO CONCERTO DI STAGIONE, CON LA SUA PIVA CHE A FINE GARA HA DOVUTO RIPORRE NEL SACCO!!!

Nota della redazione: tranquillo Sergio, questa è l'ultima invettiva di stagione. Torneremo a prenderti di mira per tutta la durata dell'Umbria Challenge.

venerdì 16 gennaio 2009

CHE CULO!!!


Avere culo significa svegliarsi la notte prima dell'ultima gara di ciclocross, con assegnazione delle maglie, e scoprire di avere la febbre a 39. A terni, domani pomeriggio, sia con una gamba sola, che con tre occhi o un moncherino per mano, mi tocca salire per forza in bici e prendere parte alla gara se non voglio perdere il titolo di campionessa regionale. Avendo saltato la gara di Pretola, sempre a causa di eventi fortunati, devo solo sperare che non ci siano troppe donne e farmi calma calma un paio di giri del tracciato, il tempo che l'agonia abbia termine. Ricordo benissimo di aver detto a un paio di amici che ormai il campionato l'avevo vinto a tavolino, a meno che non fossi morta o avessi avuto qualche impedimento. Mi sia di lezione: d'ora in poi io non apro più bocca. Ultimamente cominciano a girarmi non poco, se Pirandello passasse di qua mi darebbe la patente da jettatrice. Cosa importante: nessuno dica a mia madre che salirò in bici domani, le dirò che vado solo a vederla la gara, altrimenti mi tronca definitivamente le gambe e il dilemma correre o non correre non sussisterà più.

giovedì 15 gennaio 2009

SOGNARE A COLORI

Una pecorella, due pecorelle, tre pec...
...blu, rosso, nero...



Io conosco qualcuno che nelle notti a seguire per addormentarsi non infastidirà più le convenzionali cento pecore, e che oltre a contare i colori dell'iride, a quelli che gli domanderanno se lui sogna in bianco e nero o a colori, avrà di certo la risposta pronta. E lasciatemelo dire: tutti quelli del team bikeland sognano a colori, chi per un motivo e chi per un altro, altrimenti non potremmo combinarne di tutti i colori... cosa che ci viene alquanto facile!

SPIONAGGIO CICLISTICO


Miei cari lettori, ormai sapete che qui in redazione ci serviamo di diverse talpe che lavorano in nostra vece e ci permettono di tenervi aggiornati sui movimenti psico-ciclo-patici degli atleti umbri e non.
Questa volta nella nostra rete è finito uno dei soci fondatori nonchè atleta di grande caratura del Team Matè. Sergio Terlizzi, dopo l'ottima prestazione al Memorial Moscatelli, ci dicono si sia impegnato in una preparazione estenuante in vista dei campionati italiani di Modena. Si narra che abbia percorso mille chilometri in una settimana. "Bisogna arrivarci belli pompati alla gara" dice lui. Con mille chilometri sulle gambe è di grazia se ci arrivi alla gara, che non è semplice neppure pestare il pedale dell'acceleratore in macchina tanto ti tirano i quadricipiti. Ci sono poi giunte voci che la storia dei mille chilometri potrebbe essere frutto della nuova passione di Sergio: ora ha il pollice verde.
Così ha pensato bene di lasciare il negozio di Magione nelle mani del collega Mario Panichi per andare a Modena. Mario potrebbe essersela legata un pò al dito ritenendosi meritevole almeno quanto Sergio di prendere il via alla gara italiana. Pare difatti che dalla rabbia abbia deciso di smetterla col ciclismo e di intraprendere una nuova disciplina che alle due ruote associa l'uso di una mazza: non quella da cricket, troppo obsoleta, ma quella da golf, in titanio!
Nel frattempo, mentre Mario aggiustava deragliatori, Sergio a Modena ha dato il tre per cento a tutti, dimostrandosi davvero all'altezza nel sapersi destreggiare in un percorso così insidioso come quello di modena. Infatti è finito sul podio pure lui, conquistando il primo premio nella speciale classifica di "Imparare a pattinare su ghiaccio in soli 40 minuti".
Al ritorno a negozio, dopo essere riuscito a schivare i fendenti di Mario che mostrava al collega le nuove prodezze sportive, ha promesso di fare il diavolo a quattro in quel di Terni. Sabato Cozzari e Panichi avranno il loro bel da fare. Si vocifera che continui la sua preparazione speciale che non abbiamo ben capito se sia quella di sparare balle o portare all'estinzione le piantagioni di canapa indiana.

DAL CORRIERE DELL'UMBRIA

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martedì 13 gennaio 2009

FUORI UN'ALTRA

Queste donne cicliste che di solito vogliono rendermi la vita difficile iniziano a cascare come mosche davanti ad una spruzzata di DDT. Eccone un'altra:
TRATTO DA REPUBBLICA
Ancora doping nel ciclismo. Annalisa Cucinotta, 23enne di Latisana (UD), azzurra della pista e grande promessa del ciclismo femminile, (15 vittorie in tutto nel ciclismo maggiore) è risultata positiva ad un controllo antidoping effettuato dopo la gara di Coppa del Mondo (specialità dello scratch), da lei stessa vinta a Cali (Colombia). Il laboratorio di Las Vegas ha rilevato nei suoi campioni di urina la presenza di un anabolizzante, il boldenone, che è usato esclusivamente in campo veterinario. L'azzurra, rimasta sorpresa e choccata dalla positività, che non sa spiegare, ha chiesto di assistere alle controanalisi. Rischia due anni di sospensione.

SE CONTINUATE COSI' VORRA' DIRE CHE NON DOVRO' INIZIARE A DROGARMI PURE IO

lunedì 12 gennaio 2009

COME SI SUOL DIRE " SE NON C'E' NON CI SI METTE"

Posso consigliarvi un acquisto? Andate da Metteo e comperate gli occhiali Rudy Project Equinox. Favolosi. Io l'ho fatto una settimana fa. Calzano bene, non si spostano, si appannano meno dei soliti occhiali e poi esteticamente non hanno nulla da invidiare agli Okley. Hanno un solo problema, si smarriscono nel bosco. Non so se la colpa sia propriamente degli occhiali o più dell'imbecillità di chi li porta, o meglio, di chi se li toglie e se li mette a tracolla manco andasse a farsi due vasche giù per il Corso.
Fatto sta che un difetto grande questi occhiali ce l'hanno: ti fanno venire l'ulcera quando a fine girata, togli il casco, stacchi il contachilometri, togli i guanti e posi la mano sulla lampo del giacchetto e non trovi nulla. Neppure una parola, una sola sensazione: smarrimento. Sia il mio che quello degli occhiali. Guardo Roberto e lui mi fa "Li hai persi di nuovo?!". E io "Sì", e lui "Ma allora sei tonta", e io "Sì". Dopo aver interiormente sgranato il rosario e aver scomodato il dizionario del bravo imprecatore, con lo sguardo del bastardino abbandonato in autostrada riesco a trascinare mio fratello per il sentiero appena percorso. Questa volta però in auto. Prima di partire mia madre mi domanda che cosa diavolo vado a fare in giro in macchina tutta sudata, coi scarpini e gli occhi tristi "A cercare gli occhiali su per Ghironzo" e lei "Sei tonta!", e io "Sì!".
La grande pazienza di mio fratello non è facilmente descrivibile in tale frangente, se aggiungiamo poi che appena partiti l'auto inizia a segnare rosso. Io lo rassicuro su chissà quanti chilometri ci si fanno con la mia riserva. Lui mi ricorda che le salite e gli strappetti su sterrato causano un consumo maggiore della benzina. Faccio finta di saperla lunga. Inizio a pensare che presto, per la macchia, non ci saremo solo noi che cerchiamo gli occhiali, ma anche qualcun altro che cerca noi che cerchiamo gli occhiali. Ripercorriamo parte del sentiero a piedi. Niente di niente. L'altra metà del tragitto non si può raggiungere in auto e così dobbiamo abbandonare le ricerche. L'indomani, prometto a me stessa, ci tornerò in bici.
Il giorno dopo: la mattina si parte in 14 in mtb per una girata stupenda, con 10 gradi e un sole da cartolina. Dissimulo il forte rancore nei confronti della ditta che commercializza occhiali che si smarriscono in neanche una settimana. Al ritorno a casa è tempo di doccia, col pollo e le patate in forno allungare il mio giro di altri 20 chilometri alla ricerca dell'occhiale perduto non mi va.
Sul divano, appena pranzato, mi godo la diretta del campionato di ciclocross di modena. Sono quasi felice di non esserci andata: un vero inferno di fango e ghiaccio. Mentre sto sbracata sopra la gommapiuma penso ai miei occhiali. E' forte il senso di colpa. Mi alzo, indosso di nuovo la divisa e via alla ricerca del mio auto-regalo post-natalizio. Ma voi lo sapevate che Pino è in salita? E lo è ancor di più dopo una mattinata trascorsa a pedalare intensamente e soprattutto con un pollo arrosto che ancora fa coccodè dentro lo stomaco. Col sapore di salvia e rosmarino che mi si riaffacciano salgo salgo fino al punto dove avevo smesso di cercare il giorno prima, per poi proseguire nei sentieri più sconnessi. Niente. Inizia pure a farsi buio visto che ho calcolato male i tempi e son già le 17. Continuo guardinga la mia ricerca. Incontro pure tre cinghiali che per fortuna hanno paura quanto me e scappano via. Alle 17.45 rientro a casa sconsolata. Niente occhiali. Ormai la rassegnazione regna sovrana. Dovete sapere che in dieci mesi ho perso solo quattro paia di occhiali. Il primo a San Gemini, ma poi vinsi la gara e me ne fregò ben poco. Il secondo in allenamento ma me ne resi conto dopo una settimana. Il terzo in gara a Narni, ma li avevo pagati dieci euro e quello che dietro di me li aveva raccolti mi aveva promesso che me li avrebbe resi a fine gara. Sto ancora attendendo notizie di questo signore. L'ultimo paio, quello nel quale ho investito di più, dovrebbe indossarlo qualche cacciatore modaiolo o qualche cinghiale che ha il dente avvelenato: sia con noi che gli spaventiamo i cuccioli, sia con quei fanatici in tuta mimetica che farebbero fuori sia i ciclisti che gli animali preferiti dalle pappardelle.

venerdì 9 gennaio 2009

ULTIMISSIME SUI CAMPIONATI DI MODENA

Ci è giunta voce che Matteo abbia intenzione di dare forfait all'importante appuntamento di Modena.
Un paio di immagini lo dimostrano chiaramente.

GITA A LOURDES


E' in programma un pellegrinaggio a Lourdes, organizzazione Bikeland. Dopo le innumerevoli sventure dell'anno appena trascorso e i cattivi auspici dei giorni che hanno aperto il 2009 sono giunta alla conclusione che un ritorno alla fede sia l'unica ancora di salvezza. Con l'occhio che sta tornando a posto oggi pomeriggio ho constatato una verità inconfutabile: sul ghiaccio si scivola, o per meglio dirla "si sguilla". Ho dato una ginocchiata deliziosa contro dei ridenti massi incastrati nel percorso che saliva verso la Pitocca, che tra l'altro avrò solcato circa 1000 volte. E visto che ero da sola ho pensato di meritarmi un bel pò di autocommiserazione: così son rimasta cinque minuti buoni a lamentarmi col culo per terra e la bici accanto. Finito il flusso di autocoscenza solitario son risalita in sella e via.
La gita a Lourdes sarebbe però un' iniziativa esagerata per qualche piccola sbucciatura ogni tanto. Intatti non ci limitiamo a questo, bensì ad un altro coccige che se l'è vista brutta giusto due giorni or sono. Un'altra vittima del ghiaccio, questa volta Francesco, l'uomo che solitamente mi accompagna al pronto soccorso. Stavolta è toccato a lui e si è fatto cinque gradini ruzzolando giù come una bella patata e sbattendo la testa, con conseguente perdita dei sensi. E' sopravvissuto all'evento. Si lamenta un pò, ma può vantare d'esser stato l'utente meglio servito dall'ospedale tifernate: gli hanno fatto tac e lastre perfino all'ombelico e alle unghie dei piedi, poi analisi ed elettrocardiogramma. Di tutto. Ha una cartella clinica più copiosa di un 80enne con quadruplo bypass.
A tal proposito, visto che la misericordia celeste sembra averci abbandonato, ulteriore dimostrazione lo è l'ammortizzatore nuovo di zecca di mio fratello già entrato in officina, urge un viaggio di preghiera. Temo che Canoscio non possa assurgere a luogo di espiazione visto che avendocelo vicino e trovandosi in salita spesso ci passo davanti. Eppure son sempre con le chiappe per terra. Quindi non conta. Neppure Sant'anna col suo altarino conta visto che lì ci son caduta dieci giorni fa. A questo punto potrebbe essere utile rivolgersi ad altre fedi. In futuro tenteremo con Moschee e Sinagoghe.

DIRETTAMENTE DAL CAMPO GARA

Domani mattina, a Modena, i nostri eroi correranno i campionati italiani di Ciclocross. Avrei dovuto far parte della truppa pure io, ma un imprevisto mi ha costretto al ritiro.
Al via ci saranno Matteo, Mauro, Fabione, Andrea, Antonio, Paolo e Alessio.
Ecco di seguito qualche missiva arrivatami stamattina, foto scattate con materiale di antica generazione, ma abbastanza eloquenti. Neve e freddo, che domattina si tramuteranno in fango.

domenica 4 gennaio 2009

STORIE INCREDIBILI


"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi..."
...Matteo in vacanza. Nessuno è capace di ricordare l'ultima volta che il nostro capitano abbia abbandonato la bicicletta per almeno tre giorni di fila e si sia dedicato a quella che i comuni mortali chiamano vacanza. Incredibilmente quest'anno è andato, in compagnia di Splendorini, a festeggiare capodanno niente popò di meno che a Londra. Mica in piazza perugia, mica in piazza a Castello con l'Alternativa che suona sempre quelle e neppure al Cva del cornetto a ballare il liscio. A LONDRA!!! E' partito il 31 ed è tornato oggi. A tutti ha confidato di aver lasciato la bici a casa. Ma direttamente dall'agenzia stampa Reuters eccovi del materiale che testimonia tutto il contrario.

IL PATRIOTA DELLA MTB

Un piccolo omaggio a Mauro, che ama paragonare le immense distese erbose che sovrastano la Pitocca a quelle forse un pò più poetiche che disegnano i malinconici panorami scozzesi.
E se William Wallace fu un patriota scozzese possiamo ben dire che Mauro è il patriota di tutti i ciclisti che non si prendono troppo sul serio!

COME ERAVAMO

Visto che in questi giorni il revival spopola penso di farvi cosa gradita rendendovi testimoni di questo scatto d'antologia.
Roberto, a circa 19 anni, durante la Terza Marathon Bike del Trasimeno. In quel periodo correva con una squadra umbertidese "Mtb Friz Team", guardate che accostamento di colori?!

sabato 3 gennaio 2009

SAN SILVESTRO, BICI, AMICI E CECITA'


Miei avvinazzati lettori, chissà se i festeggiamenti della notte di san silvestro abbiano mantenuto intatte le vostre capacità ciclistiche. Ma di sicuro,da bravi sportivi avrete cenato con un cotechino ai germogli di soia e brindato con lo spumante analcolico della Walt Disney. Nonostante la mia semi-infermità oculare non ho rinunciato al classico cenone di fine anno. Tra l'altro una grande occasione per scoprire le doti culinarie dell'uomo che per qualche oscuro motivo si dice contento nel sopportarmi ormai da cinque anni. Il cuoco di giornata ha saziato quindici commensali, dai palati difficili. Uno di loro, il Tonio, è rinomato per tutta l'alta valle del tevere, quale raffinato mangiatore di pongo, nonchè macellaio sexy affermato. Scopro così che le figure maschili più importanti che caratterizzano i miei giorni sono uomini che con le mani se la cavano alla grande. Il doppio senso è volutamente creato per sollazzare la mente zampillante di qualche personalità di nostra conoscenza. E così c'è Mauro, il fabbrica-crostate e sommelier, Roberto il fratello amante degli esperimenti più stravaganti e poi Francesco, il flagello di tutti i cinghiali. Non perchè va a caccia, ma semplicemente perchè ruba in casa quelli che riportano il padre ed il fratello dalla battuta e poi lo cucina a noi. Che pappardelle che ha impiattato per il cenone. Per non dire del rollè al forno con le carotine.
Nel frattempo, se vi interessa conoscere lo stato di forma del mio occhio birbo, sappiate che i pirati non abitano più qui. Ho appeso la benda al chiodo come avrete notato nel post precedente. Ho ancora molti problemi con la messa a fuoco, diciamo che ci vedo come si vedrebbe attraverso un calice di vino alla fine di un pranzo di matrimonio, che ripetutamente è stato sollevato con mani unte di grasso di costolette, pastasciutta e torta. Eh sì che di bicchieri zozzi la sò lunga dopo aver passato una miriade di feste a pranzo dalla nonna maniscalco, che quando ti serve gli spaghetti la metà te li inzuppa dentro il bicchiere e il sugo ti schizza addosso già quando ancora stai salendo le scale per salutarla.
Ritornando al mio occhio sappiate che gli ho già fatto il rodaggio ciclistico. Tutto bene, nonostante qualche problema nel calcolare le profondità, così in discesa faccio un pò pena, ma la differenza si nota poco visto che in quel frangente non sono stata mai una lince. Ovviamente per rassicurare mia madre prima di tornare in sella ho dovuto comperare gli occhiali in fretta e furia. Ho fatto un bel pressing al Cardella, tutto solo a negozio, orfano di un Matteo incredibilmente vacanziero.
Saltanto qua e là a dimostrazione che forse qualche neurone l'ho abbandonato al trascorso 2008, torno a raccontarvi di san silvestro. Cena tranquilla tutto sommato, che inizia a movimentarsi con l'arrivo dei profitteroles in tavola. Le battute si sprecano, come anche i bicchierini di tequila. Poi tutti fuori per festeggiare con lo spumante e i fuochi. Non comprendo per quale assurdo motivo ma i miei amici iniziano a sparare i fuochi già alle 23.50. Alle 23.55 li hanno finiti tutti. Passano due minuti. Tutti si guardano. Poi uno prende lo spumante, inizia ad urlare e lo stappa festeggiando il 2009. Però sono ancora le 23.58 e per tutta la valle del tevere c'è silenzio se non fosse per noi 15 psicopatici. Abbiamo fatto un pò come su Fantozzi, quando la band ingaggiata da filini manda avanti l'orologio.
Per fortuna che il giorno dopo piove che non ne può più, così salta la mia speranza di prender la bici. Lo faccio il giorno dopo, con Roberto. E quello seguente ancora, che sarebbe oggi. Con Flavio, Marco, Roberto ed un Mauro in splendida forma. Appena reperirò del materiale fotografico ve ne farò parte.

giovedì 1 gennaio 2009

OCCHIO PROFONDO

Ho abbandonato lo stile Pirata dei Caraibi e ho optato per lo stile Drogata Fraida. Guardate che bella pupilla che schiero! Se mi fermano mi fanno il droga-test!