giovedì 29 novembre 2007

I SOLITI IGNOTI DEL MERCOLEDI' SERA

Forse diventerà un appuntamento fisso la bella idea avuta da Vigna & Co. di sfruttare il ciclodromo di Città di Castello per dare modo ai ciclocrossisti in erba e non, di affilare i pugnali tecnicamente parlando.
Il percorso lo ha partorito quella mente eclettica di Mauro: birilli di qua, contropendenze di là, slalom in mezzo... insomma, in giro si mormora che avesse preparato il progetto a casa con autocad e poi su carta bollata l'unione ciclistica internazionale gli avesse risposto con l'approvazione ufficiale.
L'orario di ritrovo sono le 19.00, si gira per un'oretta e mezza. E vi assicuro che il freddo iniziale passa in un attimo: cuore a tutta e divertimento garantito. Il valore aggiunto è il potersi allenare in compagnia, che oltre ad annullare la fatica regala pure della sana competizione a quelle che altrimenti sarebbero uscite solitarie con poche velleità agonistiche.

Le riprese con telecamera che avevamo promesso alla tv locale sono saltate: abbiamo scoperto che la nostra panasonic è termosensibile e come i miei piedi, quando sente meno di 18 gradi se ne prende a male e non ne vuol sapere di rendersi efficente.
In qualche modo abbiamo rimediato sfruttando la fotocamera, che messa di fronte alle nostre pretenziose intenzioni se avesse avuto il dono della parola ci avrebbe saccentemente redarguiti -Oh, non posso mica fà i miracoli, ringrazia che faccio le foto co stò buio!-
In sintesi: foto di infima qualità, riprese sinceramente poco allettanti. In pratica: per quest'anno salta la candidatura al premio oscar per il miglior documentario e l'appuntamento col premio Pulitzer va rimandato.
Un piccolo neo della serata: docce fredde. Non so se poi siano riusciti a risolvere la situazione, so per certo però che prima di andarmente Mauro e Andrea stavano stoicamente sotto il raggio d'acqua... non vorrei che per tenersi al caldo abbiano usato il vecchio metodo alla Brockeback Mountain. Io ho optato per la soluzione "impestare la macchina di mio fratello di sudore tanto domattina è lui che deve andarci al lavoro".
Un consiglio, mercoledì prossimo non mancate, c'è da divertirsi...tranne sotto le docce. Grazie a chi rende queste serate possibili, in antitesi alle varie Champion League o Uefa che altrimenti bisognerebbe sorbirsi in giro per locali su prepotenti maxi-schermi.

lunedì 26 novembre 2007

I MIGLIORI BIKERS DELLA DOMENICA


Uscita domenicale in MTB, itinerario: Monti e colline che sovrastano S. Maiano, Cinquemiglie e Promano, se vi interessa farvi un'idea guardate

Gara saltata ieri e allora grazie alle doti organizzative di Roberto si è riusciti a raccapezzare il fiore all’occhiello dei biker altotiberini:




Antonio: l’uomo dei treni, nel senso che li costruisce, compagno di squadra e garaiolo doc. Con i suoi pantaloncini tre quarti era il più chic di tutti anche se non ho capito bene lo strano tic del metti e togli gli occhiali…boh


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Cognato di Antonio: in quasi tre ore di bici non sono riuscita a coglierne il nome, ma so che fa i treni con lui, che pedala senza lamentarsi mai e che come me non va matto per i pedali spd.






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Enea:
il più tranquillo di tutti. Purtroppo poco posso dire a suo riguardo, il mio tentativo di comunicare con lui è stato stroncato da principio quando si è messo a parlare di cartongesso. Sinceramente non reggevo l’entità profonda di cotanto argomento e ho optato per andare a prendere per il cXXo Carlo.



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Volpe: esperto di cartongesso come l’amico poco sopra, sto ancora tentando di comprenderne il soprannome. Devo ammettere che la piccola gaff commessa con la sottoscritta è un indizio alquanto rilevante. Grosso errore dare trenta anni ad una donna quando ne ha ventritrè. Non ho mancato di farglielo notare, mentre simpaticamente si aggrappava sugli specchi. La sua agonia è stata divertente, come anche il suo confessarsi uno con la bocca larga che a volte parla troppo. Mi ha fatto ridere tutto il tempo e per tutto il tempo mi sono chiesta che cosa portasse nello zainetto che aveva in spalla.


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Carlo: l'avvocato ormai lo conosciamo. Ieri ha pure bucato e come al solito non aveva il cambio. Il fatto è che lui il cambio non l’ha mai avuto. Ecco spiegato perché esce solo la domenica con noi. Nuovamente mi ha redarguito sulle mie scarse doti da discesista. E mentre mi si avventava alle spalle mi urlava “Passo a Destra!!!”. Una mia piccola riflessione “Chissà perché in salita non lo sento mai domandarmi spazio per passare”.



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Cristian: ormai è un altro uomo. Si alza presto la mattina, è puntuale. Affronta percorsi tecnici senza fare un fiato. Unica pecca: usa la bandana per molte cose: come bandana, per tergersi il sudore e soffiarsi il naso, ma non so in che ordine, so solo che a tradimento mi ha chiesto di prendergliela dalla tasca posteriore. Spero di salvarmi dagli stafilococchi. Molto importante: per chiunque lo avvistasse sappiate che per strada questa sagoma ha perso l’attrezzo smagliacatena. Rendeteglielo anche se gli è pressoché inutile visto che non penso sappia usarlo.


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Roberto: in due aizzavano il can che dorme, sia Antonio che Carlo, ma il traslocatore pazzo, che in questi ultimi due mesi di tempo per la bici ne ha trovato poco, non si lascia intimidire mai. Si vede che le gambe si tengono in allenamento anche portando mobili e frigoriferi per tre rampe di scale.



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mercoledì 21 novembre 2007

NEWS----FERENTILLO CANCELLATA--------

Con grande rammarico dò la conferma di una brutta notizia:
la gara di ciclocross che si sarebbe dovuta tenere domenica 25 novembre a Ferentillo è stata annullata. Ne ho avuto conferma dall'organizzatore (al quale faccio un immenso in bocca al lupo). Mi dispiace, anzi, ci dispiace, perchè chi ha partecipato a questa manifestazione sà quanto sia favoloso il panorama, ospitale la comunità e bellissimo il percorso di gara.
Sfruttando così la regola dello scarto, l'Umbria Top Cross consterà di quattro gare piuttosto che di cinque. Entro oggi la notizia dovrebbe diffondersi a mezzo stampa ma chiunque ne sia venuto a conoscenza anche grazie a queste poche righe diffonda il messaggio.
Qui sotto un piccolo ricordo della gara dello scorso anno, la Valnerina in tutto il suo splendore!

lunedì 19 novembre 2007

COMINCIAMO A BATTERE I DENTI

A Casteltodino stamattina da sconfiggere oltre agli avversari, agguerriti come sempre, c’era pure un freddo infernale. Gambe di legno, piedi di ghiaccio e mani paralizzate. In più un simpatico vento di tramontana che condiva una situazione già di per se poco allettante.

Per chi, come la sottoscritta, si è dovuto buttar giù dal letto alle cinque di mattina, di coraggio per prendere il via alla Terza prova dell’Umbria Top Cross ce n’è voluto davvero tanto.

Fortunatamente la dedizione, l’impegno, e la passione possono compensare le avversità che questa disciplina ci pone d’innanzi in certi periodi dell’anno. Chi invece ha battuto in ritirata è un certo compagno di squadra, e noi in tal sede non faremo nomi e cogmoni (Perugini Roberto), che ha chiamato in causa un ambiguo mal di gola. Al di là degli scherzi speriamo guarisca alla svelta visto che per domenica prossima c’è già chi lo aspetta al varco.

Tornando a noi, la competizione odierna è stata memorabile per diversi motivi. Primo per importanza è il fatto che rispetto alle altre gare c’è qualcuno che ha fatto meno schifo del solito, e quando uso un pronome talmente indefinito intendo me medesima. Ebbene finalmente son riuscita a dar del filo da torcere a qualche professionista. Di strada da fare ce n’è ancora molta, ma la piega presa pare quella giusta. In più vorrei appoggiare con tutto il cuore le rimostranze che ogni volta le donne Elite porgono ai giudici, domandando loro di essere classificate in categorie proprie: nessuno al mondo più di me sogna con estremo desiderio che un bel giorno tutto ciò divenga realtà.

Il tracciato, leggermente modificato rispetto a quello dello scorso anno, è il non plus ultra per chi adora i cambi di ritmo repentini. Salite che nel ciclocross raramente capita di trovare che si alternano a piccoli tratti che scendono a picco in un attimo. Terreno misto, dall’erba alla ghiaia passando per fango e asfalto, col caratteristico passaggio entro la vigna. Punto ancor più positivo per la scelta degli ostacoli: lo scorso anno erano costituiti da barre di cemento armato, pericolosissime, quest’anno c’erano balle di fieno. Tibie salve, anche perché ancora ho le cicatrici della scorsa edizione. Magari se la sono goduta gli atleti della seconda partenza, visto che hanno trovato campo libero al loro passaggio: ormai gli ostacoli erano praticamente demoliti da coloro che erano partiti alle 9.30.


Come al solito la mia squadra, che lontano da ogni parzialità di sorta non stenterei a definire la migliore in tutto e per tutto, si è mostrata all’altezza della situazione. Matteo Donati ha guadagnato un terzo posto di grande prestigio, Mauro Vigna ha sgomitato alla grande tra tanti colleghi in grande forma e Paolo Sebastiani ha corso con la sua innata eleganza. Antonio Grasso era un po’ triste poiché un corridore non è nessuno senza la propria nemesi, e come detto poche righe sopra il mal di gola e una mezza influenza hanno costretto alla rinuncia un garaiolo di vecchia data, uno che sono due anni che non molla una domenica di gara. Un grazie dal profondo del cuore ad Antonello, che oltre ad avermi tirato su il morale ad ogni giro con un tifo da stadio, mi ha passato l’acqua un paio di volte…e oggi, col cuore tiratissimo come non mai, ce n’era proprio bisogno!

Vincitore indiscusso è stato Massimo Folcarelli del Pro Bike Riding Team, che pedala con una naturalezza da lasciare a bocca aperta, non c’era storia, neppure a sparargli c’era verso di fermarlo. Per il resto niente di nuovo sotto il sole se non il ritorno della maglia rossa sulle spalle di Romina Scarabottini del team Ruota Libera, che visto lo stato di forma di cui gode in queste settimane, fa tremar le vene ai polsi a chi sa che dovrà affrontarla la prossima stagione di cross-country.

Organizzazione superlativa: ristoro e premiazione si sono tenuti all’interno del teatro del paese, su poltrone di velluto e ambiente riscaldato, un vero paradiso dopo tanta sofferenza.

E il capitolo giudici? Che dire, le critiche per una volta paiono essere servite a qualcosa. Nessuna lungaggine di sorta, nessuna polemica e chiarezza all’ordine del giorno. Speriamo duri. E a tal proposito ecco dove potrete trovare le classifiche complete.

Un grazie speciale al presidente Carlo Roscini, l'uomo che immola ogni domenica dell'anno a questo sport.

venerdì 16 novembre 2007

DUE RUOTE PER LA LOTTA AL DIABETE


A Roma, il 5 novembre 2007, presso il Salone d’Onore del Coni si sono tenuti due importanti eventi: la presentazione del primo “Barometro sul diabete ed attività fisica in Italia” e la cerimonia di consegna dei premi "Changing Diabetes", promossa da a ANIAD – Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici.

Il “Barometro sul diabete ed attività fisica in Italia” è una raccolta di studi, testimonianze ed esperienze che intende misurare da una parte le dimensioni della pandemia del diabete e dall’altra individuare soprattutto nell’attività fisica uno dei possibili ausili per prevenirla e controllarla.

Questo volume, sviluppato dal gruppo ‘Wellness Metabolico’ nato in seno al Progetto DAWN (Diabetes Attitudes Wishes and Needs), è la prima delle risposte alle call to action emerse proprio dal Rapporto DAWN italiano – presentato al Ministero della Salute il 24 settembre scorso – che ha individuato tra l’altro nella promozione dell’attività motoria e del corretto stile di vita lo strumento primario nella prevenzione e nel miglioramento della salute delle persone con diabete.

A testimonianza di questo sono premiati gli atleti con diabete e giornalisti che, con le loro imprese sportive e con il loro impegno personale, si sono distinti nella promozione di corretti stili di vita e sono di esempio per tutte le persone con diabete.

Tra loro mi preme menzionare un nome in particolare, soprattutto perché si tratta di una persona che da anni si dedica all’amore per il ciclismo con estrema professionalità, caparbietà e passione, ottenendo risultati di grandissimo livello. Grazie dunque a Diego Franceschini (nella foto sopra il secondo da destra), un campione di casa nostra che in questa occasione ricorda a tutti che ci sono problemi che si possono affrontare anche grazie ad una bicicletta, prestando attenzione alle reazioni del proprio corpo messo alla prova chilometro dopo chilometro.

martedì 13 novembre 2007

PICCOLI CICLISTI CRESCONO

Dai nostri archivi abbiamo scovato del materiale rarissimo.
Un campione agli albori, che in punta di piedi svetta tra i suoi compagni di squadra.
E' Massimo il Matematico (nella foto terzo da destra) che, braccia incrociate e sguardo deciso, buca l'obbiettivo. Sono passati alcuni anni da allora, ma la determinazione è la stessa di quell'adolescente di un tempo che doveva ancora farsi la gamba.
Accanto a lui, alla sua sinistra troviamo in posa plastica un altro giovane campione di quegli anni, Gianluca Giorni.

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Il giovanotto di allora è cresciuto, eccolo nelle vesti molto più attuali di ciclista navigato, un ragazzone alto un metro e novantacinque, forse anche di più, che mulina i pedali di una bicicletta che mi arriva appena sotto al naso.

sabato 10 novembre 2007

CATTIVI PENSIERI

...terminata la gara il momento del podio è un tripudio di emozione e gioia, da condividere con tutti. Esultando assieme alle avversarie si comprende per un attimo quanto poco significhi l'ordine d'arrivo, quanto più l'esserci stati.

Terminato quell'attimo di follia si ritorna coi piedi per terra e dietro ad un plastico sorriso si nascondono pensieri che nulla hanno a che vedere con lo spirito sportivo di qual si voglia disciplina.




domenica 4 novembre 2007

Magione: atleti in grande spolvero... giudici un pò meno!

Illuminata da un sole primaverile che speriamo ci faccia l’onore della sua presenza per tutto l’inverno, la giornata di sport odierna è stata un vero successo se non fosse per le solite estrazioni al lotto operate da una giuria altamente qualificata. A Magione stamane, il gruppo Matè ha permesso agli atleti di misurarsi in un percorso di ciclocross veramente veloce quanto cattivo, al punto da non sentirsi più le mani. La seconda prova dell’Umbria Top Cross ha visto prendere il via ben dodici elite, di cui due donne. Due donne non poco agguerrite: Samantha Galassi del team Saccarelli ha dimostrato le sue qualità già nella prima prova. Due parole in più vanno spese per il ritorno sulla scena di Deborah Mascelli (foto a destra), che finito il suo lavoro su strada viene a sciogliersi le gambe tra noi comuni mortali. Rispetto al campionato della scorsa stagione poco cambia per lei: nessun scontro tra titani sembra attenderla, con la naturalezza che la contraddistingue si ritrova sempre tutta sola al traguardo.
Un nome tutto nuovo ha lasciato avversari e spettatori a bocca spalancata: Roberto De Patre (foto a sinistra) della Aran World ha corso una gara da antologia, agli avversari non ha concesso nulla, se non un bel po’ di minuti, e sicuramente saranno in molti quelli a non attenderlo con ansia al prossimo appuntamento. Matteo Donati (foto a destra) è stato l’ombra di Vega Burzi per sessanta minuti filati, e permettetemi di aggiungere che non è poco se consideriamo che ha alle spalle un’intera stagione di cross country corsa a tutta è ancor prima quella di ciclocross che lo ha visto vincitore.

Per non tradire lo spirito campanilista di questo report ribadisco la profonda quanto indubbia attitudine del nostro compagno Paolo Sebastiani, che per dirla tutta non abbiamo idea di quale piazzamento abbia fatto, ma che si è comportato in maniera superlativa anche oggi.

Per i giudici di gara, questi simpatici azzeccagarbugli, in un primo momento era giunto sesto al traguardo; ad una seconda affissione dei risultati è diventato terzo. A suo dire neppure questo corrisponde a verità: ci confessa di essere arrivato quarto. Quando manifesta, con improponibile onestà, l’intenzione di volerlo comunicare ai giudici io per prima lo fermo ammonendolo con sagge parole che sinteticamente sottolineavano il fatto che terzi è meglio sia di sesti che di quarti… insomma Paolo, se la fai troppo lunga poi non si torna più a casa!

Stessa storia per Roberto Perugini che ormai ha perso ogni speranza sulla remota possibilità che venga un giorno fortunato in cui non si vedrà retrocedere a causa di qualcuno che non è neanche capace di contare fino a dieci. E la cosa peggiore del dover presentare le proprie rimostranze è che nel frattempo panini e crostate svaniscono per mano altrui e al ritorno si raccapezzano solo le briciole.
Grande novità di questo anno, ulteriore invettiva della giuria folle: le spille bisogna portarle da casa altrimenti il numero di gara bisogna tenerlo tra i denti.

Oltre alle spille, alla prossima gara consigliamo di portare una manciata di sassi per uno: al termine della stessa, oltre ad un ricco buffet è prevista la lapidazione dei giudici.

Per la gara aspettiamo gli atleti a Casteltodino il 18 novembre, mentre per quanto riguarda la ritorsione armata non è necessario essere iscritti ad alcuna società sportiva, è gradita la presenza di tutti. E mi raccomando PORTATE LE SPILLE!!!

…Per la classifica completa vi rinvio mio e vostro malgrado al sito di Umbria Ciclismo, ma sappiate che quasi nulla di quello che c’è scritto corrisponde a verità!

giovedì 1 novembre 2007

LEZIONI DI VITA: la camera d'aria restringe!

CRONOSTORIA DI UNA MATTINATA TIPO CON CRISTIAN
ORE 9.30
Si parte, tutti felici, nonostante il vento e il freddo si fa un bel giro in mtb. Viene anche Cristian, incredibile. Giorno memorabile! Andiamogli incontro.

ORE 9.45
"Ciao Cristian"
"Ciao, tutto bene? Robi 'stà ruota mi fa fa TUN TUN TUN...cosa sarà?
La foto poco sotto, scatto effettuato in loco nonostante il momento critico, parla chiaro.






ORE 10.00
Siamo dentro il garage di Cristian, che ci ha appena confessato di aver tentato, dieci giorni prima, di saltare sopra un marciapiede, ma di non aver effettuato la manovra con particolare brillantezza. Il fatto di aver notato il problema solo ora ci fa comprendere quanto poco spesso vada sulla sua trek da un milione di dollari.






ORE 10.03
Assodata la causa del guasto, resta solo da mettere a posto il tutto. Il proprietario del mezzo non se la sente di affrontare tutto da solo e chiama a raccolta gli altri due, che ancora stanno ridendo per la storia del marciapiede, e tutti insieme appassionatamente iniziano a cambiare la gomma.


ORE 10.10
Quando i due meccanici esperti reclamano una camera d'aria, prontamente Cristian tira fuori dal suo kit di pronto soccorso per biker (borsetta che ancora ha attaccata l'etichetta d'acquisto per l'uso smodato fattone dal proprietario) uno strano artefatto che poco gli sarebbe servito se si fosse trovato solo in mezzo ad un bosco. Tutti rimaniamo di stucco. Il problema è chiaro: taglia sbagliata. Vedere per credere.















UN ATTIMO DOPO...













ALLE 10.30 SIAMO RIPARTITI. E' andato tutto bene, nessuno ha bucato, altrimenti vista la penuria di camere d'aria, avremmo dovuto dare una bella stirata alla sola che avevamo, una bella camera d'aria per bicicletta da bambino, fine acquisto di Cristian!

POCHI MA BUONI: il gruppo perfetto!


La domenica è un sacro giorno per chi ama le due ruote. Ancor di più lo è la Compagnia Della Domenica, la cui denominazione non tragga in inganno, tale compagnia è sfruttabilissima anche nei giorni feriali, in quei momenti in cui si ha voglia di pedalare ma molto di più cazzeggiare, senza strafare e soprattutto non da soli. Per assolvere a cotanto compito La Compagnia Della Domenica deve possedere almeno 5 requisiti fondamentali e irrinunciabili che passiamo ad elencare:

- Nessun membro in quel sacro giorno deve concepire l’uscita come momento allenante, essa va considerata al pari di una birra al pub con gli amici. (A dimostrazione di ciò voglio citare un particolare episodio durante il quale, terminata un’ascesa di circa 20km, i due atleti presi in esempio si sono divorati un dolce di tre etti a testa, acquistato al bar in cima alla montagna).

- I membri (speriamo di trovare presto un sinonimo) devono tassativamente avere un piatto di cannelloni o lasagne al quale tornare terminata l’uscita. In mancanza di ciò, due sarebbero le problematiche che vanificherebbero le peculiarità della performance: non ci sarebbe lo stimolo a dare il massimo e al contempo mancherebbe l’ottima scusa per darci un taglio col chilometraggio…che se si protrae oltre le 12.30 è segno che qualcuno ha fatto male i conti (e tutti gli altri membri non mancheranno di recargli offesa in ogni modo possibile ed immaginabile).

- E’ buona norma che la sera prima si siano fatti i cosiddetti “stravizi” assommati ad una notte trascorsa con pochissime ore di sonno. Questa condizione è indispensabile affinché gli affiliati, l’indomani mattina possano mettere le mani avanti metro dopo metro, salita dopo salita: la scusante è la migliore amica di ogni sportivo, e che si tratti di gara o passeggiata è indifferente. Una buona scusa per una prestazione non eccelsa va sempre avuta. E’ lecito inventarsela di sana pianta, che in realtà pare essere la pratica maggiormente adottata, visto che in bici non si va col fegato in polpetta e i polmoni asfaltati.

- E’ fondamentale che all’interno del ristretto ecosistema ciclistico in questione i ruoli da ricoprire vengano intelligentemente assegnati. Per una selezione naturale di stampo lontanamente darwiniano avremo il ciclista super tecnologico e quello col braccino corto. Uno si vanterà dei soldi ben spesi, l’altro si gongolerà per i soldi risparmiati, pensando tra se e se… più spesso ad alta voce Eh, tutti ‘sti soldi per venì al lago la domenica con noialtri!- Questa è solo una delle tante declinazioni con cui l’invidia può palesarsi.

- L’economia del gruppo, per potersi esprimere in tutto il suo splendore, non può fare a meno di un collega nel cui bagaglio culturale non sedimentino concetti generali di meccanica. Questo fattore diviene tra i più irrinunciabili soprattutto se il team ha al suo interno una donna, che solitamente, non solo non sa badare ai propri piccoli problemi, ma spesso ne crea anche in conto altrui. Funzione secondaria del meccanico, ma non per questo poco rilevante, è quella di venir contraddetto, malconsigliato e ridicolizzato durante i propri interventi. E’ comunque consigliabile evitare questo genere di comportamenti, pena il dover chiamare a casa e farsi venire a prendere.

L’immagine sotto mostra un esempio eloquente di quanto asserito fino ad ora. L’eterogeneità del gruppo è evidente, i 5 protagonisti di questo meraviglioso scatto ci azzeccano l’uno con l’altro come il sale dentro al caffè. Un occhio meno pigro e un osservatore maggiormente indagatore comprenderà al fine che è proprio questa molteplicità innata a dar vita ad un magnetismo capace di rendere quella che potrebbe essere la solita e monotona uscita in bici, una vera e propria avventura con tutti i crismi del caso e dagli sviluppi improbabili.


L’AVVOCATO: conosciuto dai più col nome di Carlo, o Carletto, in tempi passati tra le mura domestica era simpaticamente detto Er Chiacchiera. Ora la carica è passata di diritto ad altri, che la meritano molto più di lui. Ma per non smentire la natura stessa della sua indole, che non a caso lo ha portato ad optare per la professione che lo connota, Carlo parla. E’ un tuttologo della parola, egli la adopera nei modi più fantasiosi, e non è tanto la quantità, quanto la qualità delle proprie asserzioni a caratterizzarlo. E’ capace , in sella alla bici, di azzardare affermazioni del tipo “Forza, raggiungiamo quelle moto”, oppure “Beh, con un mese di allenamento intensivo potrei vincere l’Umbria Chellenge”. Nonostante l’interlocutore tenti di scovare una vena sarcastica nei suoi toni oratori, il suo sarà sempre un fallace tentativo. La cosa grave è che Carlo crede veramente nei fantasiosi parti della sua mente perversa. Ma se non fosse capace di cotanta capacità simbolica sarebbe di certo un avvocato mediocre. Al contrario il nostro atleta è un professionista, che oltre a rendere la passeggiata domenicale un’epopea iliadica, sta godendo di avanzamenti di carriera non indifferenti: oggi come oggi è impegnato nell’ardua impresa di tenere corsi serali di legge ad ex-detenuti... il che è un paradosso già di per sè!

L’ATTACCABRIGHE: chi spesso si diletta nell’uso più o meno intensivo del biciclo sa benissimo che oltre a fiato e gambe ben allenati, un altro lato prettamente tecnico della disciplina merita di essere esercitato. Seppure possa apparire di marginale rilevanza, il movimento del braccio, in particolari momenti della percorrenza, che si stacca dal manubrio con repentina destrezza e che sollevandosi oltre la spalla, poi torna con dolcezza sui comandi, il tutto accompagnato da parole mai pronunciate a caso ma spontaneamente decise al momento, è una pratica inscindibile da quella del ciclismo stesso. Per maggiore chiarezza e per amore della sintesi definiremo il tutto con tale dicitura: Mandare In Culo il prossimo. E’ importante saperlo fare, farlo bene e farlo quando serve. Roberto è un artista in questo e redarguisce il gruppo in ogni momento sull’importanza di far notare ai conducenti sconsiderati di auto, camion e Tir, quanto la loro guida assassina possa infastidire il biker. E’ dunque lecito se non doveroso, ribadisce il nostro mentore, stare sempre in campana e al primo clacson fuori luogo, al primo sbuffo di autocarro a dieci centimetri dalla ruota, prepararsi ad eseguire con raffinata puntualità il gesto di eloquente stizza. Quante volte il maestro mi ha ammonita per non aver prontamente risposto alle prepotenze inflittemi per strada, ma lui non capisce che le ritorsioni sono dietro l’angolo. O meglio, lo sa, e adora il brivido della sfida. Quando l’autoveicolo mette la freccia e accosta per rispondere a quello che considera un vero insulto, il guerriero della strada da il via a delle conversazioni al fulmicotone con persone che paiono uscite da un romanzo di Asimov: dialoghi che rasentano l’improbabile, dove la frase più gettonata che sfodera il conducente è “Dai, stai tranquillo, che tanto non ti ho messo sotto”. Il periodo della caccia al cinghiale, quando si preferisce l’uscita in mountain bike a quella su strada, è un succedersi di sgambate da farsi col cuore in gola, perché quando disturbi il cacciatore che dorme volano frasi del tipo “Eh, se passi mentre passa el cinghiale io sparo lo stesso, cavoli tua”.

IL MATEMATICO: lui non parla come noi comuni mortali, lui non ragiona come noi biker da strapazzo. Lui è l’uomo dei numeri, delle statistiche, delle pendenze e delle medie orarie. Nulla che non possa essere contato o misurato per lui non esiste. Il John Nash nostrano, al secolo Massimo, è capace di raccontarti come sono variati tutti e dico tutti i parametri del suo ciclocomputer (da lui denominato Computerino), da un minuto per l’altro. Calcola, memorizza, elabora e riporta al suo compagno di viaggio ogni informazione di carattere fisico-dinamico immaginabile. Come le prestazioni, anche le tecnologie sono suscettibili di tale metodologia applicativa: la bicicletta viene analizzata minuziosamente e ogni elemento deve godere dello status di perfezione. Un millimetro fuori posto potrebbe incidere negativamente sulle statistiche, e questo sarebbe un cancro devastante. Perfino il cellulare, la sua forma e il suo peso si sono piegati al volere di Massimo Nash: “L’altro telefono era troppo grande, ho comperato questo per venire in bici”. Per non parlare della borsetta del sottosella, con inserti in carbonio (così la camera d’aria che ci sta dentro assorbe meglio gli urti?). E se dopo una lunga e ripida discesa, con fondo stradale decisamente deteriorato, vi capita di preoccuparvi perché siete tutti in fondo ma Massimo non arriva, e pensate “Oddio, speriamo che non sia successo nulla!”, beh, eccolo arrivare. Allora subito accorati domandate “Massimo, tutto a posto?” E lui ribatte con lo sguardo posseduto come da una forza sovrannaturale “SEDICI!!!”. Voi vi preoccupavate mentre lui controllava la pendenza del tracciato.

L’ECTOPLASMA: difficile parlare di lui, capita raramente di vederlo. Solitamente prende appuntamento il sabato per disdirlo la domenica mattina poco prima di partire. Oppure arrivate sotto casa ed indossa ancora il suo pigiamino. Cristian, atleta dalle molteplici sfaccettature che nei prossimi post affronteremo con particolare riguardo, è una presenza che porta sempre con se il vessillo della casualità. Quando il fantasma si rende visibile e con svariati trabocchetti riuscite a convincerlo ad unirsi per un giro in compagnia, accade sempre l’inaspettato. Gran parte di questo va ricondotto alla sua totale inettitudine in campo meccanico: passa più ore durante una settimana nel negozio di bici che una donna dal parrucchiere per tutta una vita. Sostituire un copertone è una delle tante mansioni che preferisce delegare, e casualmente questi bisogni si palesano sempre ad uscita già iniziata, quando tutto il gruppo si è appena scaldato. Ma il club non rinuncia al suo Jolly, e anche se lui, in tutti i modi cerca di divincolarsi da una mattinata di sudore, sabotando il mezzo, riportiamo tutto in perfetto assetto da competizione e si va.

IL CAPRO ESPIATORIO: essere una donna in mezzo a molti uomini può essere visto come un fenomeno gratuitamente classificabile con la dicitura di zoccola, esplicita terminologia che per quanto possa sembrare inerente al mondo delle calzature in realtà indica tutt’altro genere di questione. Errore: la donna in bici è attraente quanto Platinette in costume, per i seguenti motivi. Suda come un uomo, sputacchia a destra e a sinistra come un uomo, soffia il naso a favor di vento come un uomo (spesso non sa farlo e le finisce sulla spalla) e ha le tette schiacciate dalle bretelle (questo però con l’uomo non c’entra). In più, tutta travestita e impacchettata, se poi aggiungiamo che porta i capelli corti, la scambiano sempre per quello che non è. E così, ormai rassegnata al suo status di transessuale si fa in quattro per ostentare questa maledetta parità dei sessi, e non è insolito che torni maggiormente distrutta da un’uscita in compagnia maschile piuttosto che da una gran fondo. Nonostante si sprema come un limone per tutto il tempo per limitare il salto deficitario di natura genetica, il compagno appena più avanti alle sue ruote urla al resto del gruppo con falsa premura “Caliamo un po’ il ritmo dai, non facciamole perdere la ruota”. Ingiustizie che si mandano giù volentieri, in prospettiva di tempi migliori in cui questi ipocriti verranno sverniciati (L’Avvocato)!!!